accadde…oggi: nel 1912 nasce Ruby Payne-Scott, la prima donna radio-astronoma, di Barbara Comelato

RADIOASTRONOMIA RUBY PAYNE-SCOTT

Uno dei personaggi più curiosi nel campo della radioastronomia fu Ruby Violet Payne-Scott (28 maggio 1912 – 25 maggio 1981), pioniera australiana della radiofisica e prima radioastronoma donna, la quale condusse nel 1936 una ricerca con William H. Love presso il Cancer Research Laboratory dell’Università di Sydney, determinando che il magnetismo terrestre avesse poco o nessun effetto sui processi vitali degli esseri umani; decenni prima era opinione diffusa che il campo magnetico terrestre producesse ampi effetti sull’uomo e a tal proposito molte persone avrebbero dormito solo con la testa a nord e il corpo parallelo al meridiano magnetico.

Ruby Payne-Scott vennero attribuiti numerosi meriti per le sue ricerche sul cancro, fu anche relatrice presso la conferenza dell’International Union of Radio Science presso l’Università di Sydney (1952), inoltre si unì al Laboratorio Radiophysique del governo australiano Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO).

Durante la seconda guerra mondiale si impegnò in un lavoro top secret di indagine sulla tecnologia radar, diventando l’esperta australiana nel rilevamento di aerei utilizzando i display Plan Position Indicator (PPI). Dopo la guerra, nel 1948, pubblicò un rapporto completo sui fattori che influenzano la visibilità sui display PPI. Ha anche dato importanti contributi ai prototipi di sistemi radar operanti nella banda a microonde di 25 cm., ottenendo miglioramenti significativi.

Scrisse inoltre numerosi articoli per la rivista Nature e produsse documentazioni e riassunti relativi alla connessione tra le macchie solari e l’aumento delle emissioni radio dal Sole, fornendo informazioni su tutte le conoscenze disponibili e le misurazioni prese, oltre a comprovare l’esistenza di esplosioni radio provenienti dalle macchie solari.
Alla radioastronomia si attribuisce il merito della scoperta di notevoli sorgenti galattiche ed extragalattiche, si iniziò a monitorare l’attività solare, quella di sorgenti quali la supernova Cassiopea, la radiogalassia Cygnus, la nebulosa di Orione, le emissioni radio di Giove e di molti altri pianeti.