un diamante rosso sangue, di Clara Negro, Morellini editore 2023, recensione di Daniela Domenici

Superlativamente splendido: perdonate questo incipit iperbolico ma Clara Negro e il suo “Un diamante rosso sangue” se lo merita ampiamente perché le 365 pagine del suo romanzo volano via in un soffio e non si desidera riemergere fino alla fine; cito le ultime parole dei ringraziamenti finali che mi trovano pienamente concorde “ho l’amore incondizionato per il mio dialetto e verso tutte le parlate e i vernacoli d’Italia. E allora mi piace ringraziare chi ancora li tiene in vita nella lingua parlata e scritta. Per non dimenticare chi eravamo. Chi siamo e forse chi saremo”. E inizio i miei tanti complimenti all’autrice proprio da quest’affermazione perché è stata formidabile nell’uso perfetto del dialetto siciliano, senza traduzione, nei dialoghi tra il commissario e i suoi due ispettori e anche di quello zeneise in altri momenti della storia.
Complimenti di vero cuore, anzi, standing ovation, per la caratterizzazione psicologica dei/lle tanti/e protagonisti/e, in primis Luigia, poi Ersilia, Edlira, Ismaila, Diego, Kamil, Jurij Pedemonte, Domenico Primo, ognuno/a di loro emerge come un unicum e sembra di essere lì con loro durante le tante vicende, alcune alquanto dolorose, che li/le vedono protagonisti/e. Spero che ne venga tratto uno sceneggiato perché questo romanzo lo merita davvero.
“E’ un giallo che si snoda tra i vicoli e i bassi di Genova, tra gente scappata dalle guerre e dalla fame, vittime di violenza ma che, nonostante tutto, ha dentro di sé una grande umanità e un forte senso di famiglia, gente sempre disposta ad aiutare gli altri”: questa sinossi, tratta dalla seconda di copertina, focalizza in maniera perfetta il cuore di questo libro, la grande umanità di molti/e dei/lle personaggi/e, ne è il valore aggiunto, la cifra distintiva: complimenti ancora, Clara!