tutto il bene che si può, di Rye Curtis, recensione di Loredana De Vita

“Tutto il bene che si può” (Bompiani, 2023) è il primo romanzo di Rye Curtis e narra l’improbabile avventura di una 72enne, Cloris Waldrip, sopravvissuta a un incidente aereo in cui hanno perso la vita il pilota, Terry, e il marito, il Signor Waldrip.
Improbabile perché è difficile immaginare che un’anziana signora, non perfettamente in salute per quanto abbastanza allenata alle passeggiate, possa sopravvivere in mezzo alle montagne tra vegetazione e animali ostili, senza acqua se non quella piovana che riesce a raccogliere nello stivale del defunto marito (almeno fino a quando raggiunge un torrente), senza cibo né riparo.
A rendere ancora più incredibile la storia è la presenza fortuita di un sospetto criminale che si nasconde tra le montagne, la segue, la soccorre fornendole cibo e indicazioni per arrivare alla strada statale, ma che non le mostra mai il suo viso né la accompagna (seppur nascondendo il volto) alla statale preferendo seguirla solo a distanza.
A rendere ancora più incredibile la narrazione in sé è il gruppo di soccorritori guidati dalla tenace ranger Debra Lewis, che, però, fin dal primo momento si rivelano inadatti alle ricerche e presi da una sorta di “pazzia” personale che li inibisce dinanzi al proprio dovere.
Eppure, Cloris sopravvive in queste condizioni per più di due mesi e, addirittura, quando scorge da lontano i soccorritori, si nasconde per non farsi trovare preferendo a loro la compagnia del suo compagno/criminale al quale non sarà di aiuto, anzi, come si capirà leggendo la storia.
Sappiamo fin dal principio che la donna si è salvata poiché 20 anni dopo, da una casa di riposo, è lei stessa a narrare la sua avventura.
Il romanzo, come dicevo improbabile, si rende però facilmente leggibile per il linguaggio semplice e diretto, mai tecnico (non sapremo mai, per esempio, perché sia precipitato l’aereo né a quale latitudine e longitudine si trovasse la protagonista, né come sia stato possibile che si sia salvata lungo il fiume) e sembra concentrarsi soprattutto sulla figura di queste due donne, Cloris e Debra, che non si incontreranno mai ma che dalla vicenda trarranno esperienza per il proprio vissuto. Cloris, farà un viaggio nella memoria che la porterà anche a dichiarare tanti non detti nascosti dietro l’apparenza della famiglia felice, e Debra scoprirà la sua vera natura.
“Tutto il bene che si può” (Bompiani, 2023) di Rye Curtis è un romanzo che avvince per il desiderio di conoscere quale sia la fine e sorprende nell’immaginare quanto le persone possano rivelare forza straordinaria di sopravvivenza, sebbene questo non basti se si perde la propria umanità.