Henry James & Robert Louis Stevenson: Amici rivali, a cura di Giulio Almansi, recensione di Loredana De Vita

Henry James & Robert Louis Stevenson: Amici rivali

“Henry James & Robert Louis Stevenson: Amici rivali” (Archinto, 2003) a cura di Giulio Almansi è un interessante raccolta di una parte dello scambio epistolare intercorso tra i due grandi autori britannici.
Due autori, completamente opposti sia per temperamento che per stile letterario, sono in grado di costruire un’amicizia solida basata sul rispetto, l’ammirazione, la curiosità letteraria dell’uno verso l’altro.
Henry James, più introverso e introspettivo, più accademico nella scrittura e Robert Louis Stevenson, capace di rendere anche la sua malattia un viaggio nell’avventura, attraverso queste lettere si confrontano sui gusti letterari, sulle finalità della letteratura e sulle intenzioni anche interiori con cui ciascun autore si dedica (o dovrebbe) sia alla scrittura che alla lettura.
È un dialogo epistolare che si sviscera anche attraverso contrapposizioni, ironia, ma mai vi è il tentativo di sbeffeggiarsi o prevaricare l’uno sull’altro, anzi, ad entrambi è evidente la grandezza dell’altro che non solo ammirano ma che serbano nella propria esperienza letteraria come viatico a maturare ancora.
James sottolinea più e più volte la capacità letteraria così fluida eppure così profonda di Stevenson (peccato che sia nel tempo stato etichettato come autore di avventure per ragazzi, un errore grave, a mio parere), e Stevenson è affascinato dalla capacità di James di dare vita interiore anche agli oggetti e alle situazioni meno percettibili.
Un dialogo, insomma, quello che emerge dalle lettere incluse in “Henry James & Robert Louis Stevenson: Amici rivali” (Archinto, 2003) a cura di Giulio Almansi; un dialogo che crea cultura.