l’etica della vita, di Loredana De Vita

Non è possibile immaginare la propria vita senza dare uno sguardo alla vita dell’altro.
La nostra stessa individuale unicità può esprimersi solo in relazione all’unicità dell’altro senza la quale non avrebbe ragione di esistere.
Non è il potere quello che dovrebbe dirigire i nostri passi, dunque, ma la relazione.
Ciascuno, a suo modo, è completo in sé, ma ciascuno, in ogni modo, è un tassello, una tessera, un frammento di un progetto più grande che include e riguarda tutti: la vita.
Il progetto è la vita stessa, infatti, è adempiere all’etica della propria presenza nel mondo. Il progetto è l’arte della conservazione e miglioramento dei legami, dei ponti, che uniscono gli uni agli altri nel compito di adempiere dignitosamente ciascuno al proprio ruolo nell’esistenza.
Immaginare se stessi sempre “opposti” agli altri non favorisce la relazione. Bisognerebbe porsi sempre “accanto” agli altri affinché il dialogo diventi reale, affinché il pensiero dell’altro non sia solo un pensiero pensato, ma, di fatto, un pensiero vissuto.
Abbiamo strumenti come l’intelligenza, il discernimento, il dialogo, la condivisione, perché sostituiamo a questi le armi della violenza e della paura?
È immorale tutto ciò che pratica odio e violenza per esprimere la propria presenza. È immorale tutto ciò che si erge a paladino della giustizia fai da te per se stessi e di una falsa pace ricorrendo alle armi per distruggere l’altro. È immorale ogni calcolo volto a trarre beneficio dal dolore dell’altro. È immorale tutto ciò che, ciecamente, mira a distruggere l’etica della relazione sostituendola con la sete di vendetta, potere, capitale.
L’etica della vita si esprime nel dialogo e nell’incontro, nella conoscenza e consapevolezza dei limiti, nel riconoscimento degli errori e nel perdono.
L’etica della vita si racconta e si vive nell’incontro e nella relazione, nella contrapposizione anche, ma che sia tale da costruire e non da demolire, da produrre altra vita senza rendersi colpevoli di altra morte.