Beckett e Bacon, il bene, il bello, di Nadia Fusini, recensione di Loredana De Vita
Il saggio di Nadia Fusini, “Beckett e Bacon. Il bene, il bello” (Garzanti, 2018), è un interessante viaggio nella vita e nel pensiero di due artisti diversi tra loro per formazione ed espressione artistica, eppure due uomini molto vicini nel tentativo di dare un significato all’esistenza e nell’intuizione che questo possa essere possibile solo riportando al vuoto l’esistenza stessa.
Samuel Beckett, irlandese di origine, noto soprattutto come autore di teatro, ma che è prima di questo romanziere e successivamente drammaturgo radiofonico, incarna nel volume della Fusini la ricerca dell’essenza nella vita attraverso il dolore, la solitudine, l’ironia, la ripetizione estenuante della condizione umana avvolta in una imperitura routine.
Francis Bacon, pittore irlandese, esprime la sua costernazione per la fine di ogni valore etico della società contemporanea attraverso dei quadri dalle immagini crude e spesso inquietanti. Sembra voler rappresentare sulla tela quella “macchia” indelebile di cui si è rivestito l’essere umano incapace di dare un significato all’esistenza in genere e anche alla propria stessa vita.
Beckett e Bacon, allora, uno con la penna, l’altro con il pennello, danno voce a un grido sotterraneo e inascoltato, quello di una umanità smarrita e arida ai limiti dell’assurdo.
In questo saggio, esso stesso originale e pieno di fascinazione, la Fusini non mette a confronto ma accanto l’uomo di lettere e quello di Arte e dimostra che lo sguardo di entrambi è uno sguardo incline alla scoperta del senso e della radice e delle motivazioni per cui ogni vita abbia motivo di essere vissuta.
Sia Beckett che Bacon mostrano nelle loro opere la grande abilità di far porre domande a chi osserva. Domande che non interrogano gli artisti, ma se stessi. Entrambi pongono ogni essere umano dinanzi al palcoscenico della verità della vita e a ciascuno è chiesta una scelta.
“Beckett e Bacon. Il bene, il bello” (Garzanti, 2018) di Nadia Fusini è un saggio interessante e che suggerisco a chi desideri approfondire il pensiero di questi artisti.
