accadde…oggi: nel 1910 nasce Jacqueline Mathilde Lamba Breton, di Paola Naldi

Arte al femminile (485)

Jacqueline Mathilde Lamba Breton nasce a Saint-Mandé (Francia) nel 1910.

Il padre è ingegnere agronomo e nel 1912 si trasferisce per lavoro con la famiglia a Il Cairo. La permanenza in Egitto si conclude tragicamente nel 1914, per la morte in un incidente stradale del padre. La madre torna in Francia con le due figlie, Jacqueline e la sorella Huguette.

Dopo aver frequentato le scuole a Neully e a Versailles, Jacqueline s’iscrive alla Scuola Nazionale Superiore delle Arti Decorative. In seguito frequenta i corsi della Scuola di pittura di André Lothe a Parigi.

Personalità forte, ardente e idealista, s’interessa alla politica e segue i movimenti di sinistra, tanto da avere il soprannome di Quatorze Juillet, ossia 14 luglio, data della presa della Bastiglia.

Nel 1927 la madre muore di tubercolosi e Jacqueline deve trovare lavoro per mantenersi. Diventa insegnante di francese prima a Cardiff e poi in Grecia. Tornata in Francia trova impiego come decoratrice presso dei grandi magazzini. Negli anni 1932-1933 viene assunta come ballerina in uno spettacolo acquatico nel quartiere di Pigalle, a Parigi.

Rimane colpita dal movimento surrealista, che coinvolge tutte le arti e il cui obiettivo è esprimere una realtà fatta di irrazionalità e sogno, per esplorare gli aspetti più profondi della psiche.

Nel 1934 incontra il poeta André Breton (uno dei teorici del surrealismo), che rimane colpito dalla sua bellezza e vivacità intellettuale. Jacqueline l’ha voluto conoscere più che altro per interesse nei confronti del movimento, di cui ammira il carattere rivoluzionario.

Nel 1934 i due si sposano e la pittrice diventa il soggetto di molti scritti del marito.

Nel 1935 la coppia è a Praga, poi a Santa Cruz de Tenerife nelle Canarie. Nasce la figlia Aube. Il rapporto non è facile e più di una volta Jacqueline lascia marito e figlia per alcuni periodi.

Nel 1938 i due soggiornano in Messico, ospiti dei coniugi Rivera. Nasce una profonda amicizia con Frida Kahlo (v.n.25), che continuerà in seguito con un fitto scambio di lettere.

Jacqueline incontra anche Lev Trockij, in esilio in Messico.

Nel 1939, iniziata la seconda guerra mondiale, Breton è richiamato alle armi. Jacqueline e la figlia lasciano Parigi e vengono ospitate da Dora Maar (v.n.479), sua amica, e Picasso prima a Royan e poi ad Antibes

Dopo l’armistizio, Breton si stabilisce con la moglie a Salon-de- Provence.

Nella Francia occupata dai nazisti e dominata dal governo collaborazionista di Pétain, vengono perseguitati gli artisti simpatizzanti per la sinistra, per cui i coniugi Breton devono espatriare.

Nel 1941 s’imbarcano per gli Stati Uniti. Qui si trovano con artisti surrealisti immigrati e statunitensi.

Nel 1942 viene fondata la rivista surrealista VVV, che vede la collaborazione di molti personaggi di rilievo.

Il matrimonio entra in crisi e Jacqueline si innamora di David Hare, scultore e fotografo, con cui va a vivere nel 1944 a Roxbury, nel Connecticut.

Nello stesso anno fa la prima mostra personale a New York.

Dopo il divorzio da Breton, sposa Hare nel 1946: torna in Messico per rivedere Frida Kahlo, poi viaggia per gli Stati Uniti sud occidentali e visita le riserve indiane dei popoli Hopi e Navajo.

Nel 1947 va in Francia, ritrova Dora Maar e Picasso e fa la prima esposizione personale.

Nel 1948 nasce il figlio Marlin. Nello stesso anno Jacqueline si stacca definitivamente dal surrealismo.

Tra il 1954 e il 1955 soggiorna presso gli indiani Pueblo negli Stati Uniti.

Separatasi da David Hare, torna in Francia con il figlio.

A Parigi si dedica completamente alla pittura, sperimentando nuove tecniche e stili diversi. Soggiorna spesso in Provenza, dipingendo paesaggi.

Ripreso l’impegno politico, partecipa a manifestazioni antimilitariste.

Nel 1967 Picasso organizza per lei una mostra ad Antibes.

Nel 1979-1981 va negli Stati Uniti, infine ritorna definitivamente nel paese delle origini, Rochecorbon, dove nel 1988 si ritira in una casa di cura.

Affetta dal morbo di Alzheimer, continua a lavorare con i pastelli sino alla morte nel 1993.

Nel 2004 viene girato un film-documentario sulla sua vita, per decisione della figlia Aube.

L’essere stata moglie di Breton, che la considerava una musa ispiratrice e una madre di famiglia, le ha causato molta frustrazione, perché la sua arte era adombrata dalla figura del marito.

«Mi presentava ai suoi amici come una naiade perché lo considerava più poetico che non presentarmi come un pittore in cerca di lavoro. Vedeva in me ciò che voleva vedere ma in effetti non mi vedeva realmente.»

Dal 1934 al 1947 Jacqueline partecipa al movimento surrealista, realizzando acquarelli, oggetti, cartoline, decalcomanie, che espone a Parigi, Londra, New York.

Dal 1963 trova una propria espressione personale in dipinti e disegni che richiamano l’espressionismo astratto.