Significato del perdono. Religione, antropologia, diritto, a cura di Claudio Tugnoli e Michele Cozzio, recensione di Loredana De Vita

Claudio Tugnoli e Michele Cozzio: Significato del perdono

“Significato del perdono. Religione, antropologia, diritto” (Tangram, 2023) a cura di Claudio Tugnoli e Michele Cozzio è un’interessante raccolta di saggi preceduta da una nota introduttiva che, attraverso ambiti e discipline diverse, analizza un tema come quello del perdono di grande attualità e interesse.
Che cosa è il perdono? Perché è così difficile perdonare? Qual è la relazione tra “perdono” e “dono? Che tipo di relazione è quella che può svilupparsi tra responsabile della colpa e responsabile del perdono? Il perdono davvero libera chi lo pratica? Qual è la relazione tra perdono e giustizia?
Questi alcuni dei tanti interrogativi che hanno accompagnato la mia lettura di questo testo intenso e ben supportato da riferimenti bibliografici e analitici a tutto campo; interrogativi che spesso hanno trovato dinanzi a sé il dilemma tra la scelta di vendetta e/o ritorsione e, invece, una scelta di riappacificazione e liberazione.
Il peso della colpa è, infatti, duplice e ha valenza sia per chi ne è responsabile, il carnefice, ma anche per chi ne è succube, la vittima; lo stesso vale per il perdono.
Se è vero che chiedere perdono è consapevolezza del gesto compiuto e rimorso per lo stesso, è vero anche che nulla potrà mai annullare quel peso poiché nulla potrà riportare a una condizione pre-colpa.
Che cosa significa, allora, chiedere perdono e che cosa implica perdonare. Entrambi riflettono un’ammissione e, contemporaneamente, una rinuncia. Chi chiede perdono ammette la responsabilità della colpa, ma, soprattutto, la coscienza della colpa, cioè, non il solo fatto di averla commessa, ma di essere consapevoli del male arrecato e della sua imprescindibilità nella vita che continua da quel punto esatto della colpa e che, inevitabilmente, trova ciascuno diverso da prima. L’ammissione è, dunque, quella della responsabilità, la rinuncia è quella della serenità.
Chi sceglie di perdonare, a sua volta, non cancella il dolore, ma si libera dal peso della vendetta o dal suo desiderio. L’ammissione è quella dell’ineluttabilità e dell’irreversibilità del vuoto provato, la rinuncia è volere un dolore pari se non maggiore per chi la colpa l’ha commessa.
Eppure, se è vero che rinunciare all’idea del perdono rende schiavi sia i colpevoli che le vittime, è vero anche che rinunciare alla vendetta rende più libere le vittime e più responsabili i colpevoli. È questo il confine tra “perdono” e “dono”. In realtà, infatti, abbiamo tutti bisogno di perdonare, di essere perdonati e, soprattutto, di perdonarci. Perdonare a se stessi l’incapacità di vivere invece di esistere soltanto.
La “Premessa” ( a cura di Claudio Tugnoli e Michele Cozzio) ben analizza quanto nella cultura occidentale, sia letteraria che cinematografica, il perdono e la vendetta siano al centro di interesse poiché «se la vendetta è facile, il perdono è difficile», eppure, come si legge nella “Nota introduttiva” (a cura di Claudio Tugnoli), «Non si può vivere senza perdonare continuamente sé stessi e gli altri» e, aggiunge, «Ma perdonare sé stessi è molto più difficile che perdonare un altro».
La prima parte del saggio raccoglie scritti di studiosi che si occupano di religione (Perdono nel giudaismo rabbinico, Massimo Giuliani; Perdono Evangelico, don Stefano Zeni, Perdono nella tradizione islamica, Sara Hejazi; Perdono nella spiritualità buddhista, Massimo Raveri) grazie ai quali, attraverso le scritture e il pensiero è possibile ricostruire quanto il perdono sia una pietra miliare nella relazione tra persone e popoli anche di culture diverse.
La seconda parte raccoglie gli scritti di studiosi che si occupano di antropologia ( Antonio Malo, Maria Alessandra Varone, Maria Chiara Italia) che in ambito delle relazioni sia sociali che familiari determina il significato filosofico e antropologico legato al perdono anche in virtù dello scandalo e del paradosso che diventano spesso timore e paura dell’altro.
La terza parte, infine, raccoglie scritti di studiosi che si occupano di diritto (Diritto pubblico, Vittorio Italia; Diritto penale, Sergio Bonini; Diritto canonico, Ruggero Maceratini) che rendono chiaro il legame tra giustizia, colpa e perdono.
Il volume “Significato del perdono. Religione, antropologia, diritto” (Tangram, 2023) a cura di Claudio Tugnoli e Michele Cozzio offre senza dubbio una vasta possibilità di riflessione su un argomento che non può e non deve restare solo a livello concettuale in una società come quella in cui viviamo in cui perdonare e perdonarsi diventa sempre più difficile.