accadde…oggi: nel 1883 nasce Fillide Giorgi Levasti, di Paola Naldi

Arte al femminile (573)

https://ilcalendariodelledonne.wordpress.com/

Fillide Giorgi Levasti nasce a Firenze nel 1883. Il padre è impiegato al Ministero delle Finanze e la sua è un’agiata famiglia borghese.

Nel 1899 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze (v.foto) e frequenta le lezioni di Giovanni Fattori, pittore e incisore, tra i principali esponenti del movimento dei macchiaioli.

macchiaioli sono artisti attivi soprattutto in Toscana, il cui nome deriva dalla “teoria della macchia”, ossia che le forme siano create da macchie di colore, distinte, accostate e sovrapposte abilmente tra loro, con giochi di luce e chiaroscuro. Il termine viene usato in senso denigratorio dalla Gazzetta del Popolo nel 1862, quando gli esponenti del movimento fanno una prima esposizione dei loro lavori: a loro il termine piace e lo tengono.

Fillide ama uno stile di pittura sobria e rapida, seguendo parzialmente i principi dei macchiaioli.

Rimane orfana di padre nel 1902, ma riesce a concludere gli studi e inizia a lavorare ed esporre, prima a Genova, poi a Bologna. Si specializza nei ritratti e due di questi sono presentati nel 1907 nella sede della Società di Belle Arti di Firenze.

Nel 1908, con l’amica Leonetta Pieraccini (v.n.450), conosciuta in Accademia, frequenta la scuola libera del nudo, contro le convenzioni dell’epoca.

Fa brevi viaggi, per visitare gallerie e musei in Francia, in Svizzera e in Germania.

Nel 1914 è a Roma con due nature morte, che presenta alla II Esposizione Secessione Romana.

Sempre nello stesso anno sposa Arrigo Levasti, insegnante e autore di opere filosofiche.

 

 

Nel 1916 il marito è chiamato a Roma sotto le armi. Fillide vive tra Firenze e Montepiano (in provincia di Prato, v.foto), dove accoglie le sorelle, cagionevoli di salute, che cercherà sempre di aiutare, soprattutto dopo la morte della madre, avvenuta lo stesso anno.

L’attività espositiva continua regolarmente, nonostante le difficoltà della guerra, a Roma e a Ginevra, in Svizzera. Vende alcune acqueforti in Francia, avendo iniziato anche l’attività di incisione.

 Fa amicizia con la pittrice Vittoria Morelli, che la introduce nell’ambiente romano.

Alla fine della guerra torna a Firenze.

La troviamo a Praga, a Berlino, a Ginevra, dove riscuote grande successo.

Viene attirata da un repertorio di soggetti come burattinai, saltimbanchi, fruttivendoli e contadini, incuriosita dallo stile naif. Nelle fiere e nelle giostre di paese trova la semplicità e la spontaneità, che le sembrano l’essenza della vita.

 

Nel 1922 due sue opere sono rubate in una mostra a Berlino: in questa occasione viene aiutata e ospitata dall’esperto di Storia dell’Arte Oskar Gehrig, che diventa suo amico, scrive articoli su di lei e diventa punto di riferimento costante sul mercato tedesco.

Molto attiva, ottiene riconoscimenti ed elogi dalla critica ovunque espone (Firenze, Berlino, Parigi, Roma).

Nel 1928 incontra a Roma il giurista e letterato Piero Calamandrei, con cui lei e il marito stringono amicizia, condividendone le idee antifasciste.

Nonostante le lusinghiere affermazioni. Fillide inizia ad avere notevoli difficoltà sul mercato italiano, mentre il sostegno di Gehrig le mantiene aperto quello tedesco.

Nel 1929 a Firenze, presso palazzo Antinori (v.foto), espone 40 opere, suscitando interesse da parte della critica italiana e articoli su La Nazione, L’illustrazione toscana e Il Giornale d’Italia.

I soggetti in questo periodo sono scene di quartiere e di vita quotidiano, che danno l’impressione di un ritmo lento, tono assorto e quiete.

 

 

 

 

 

Negli anni ’30 l’avvento del Nazismo le crea difficoltà sul mercato tedesco: ospita in questo periodo artisti e musicisti tedeschi.

Per le difficoltà crescenti anche in Italia, Fillide inizia a condurre una vita più ritirata. Riesce però a essere presente con alcuni quadri e disegni a New York, Vienna e Pittsburgh.

Con l’inizio della seconda guerra mondiale, il lavoro si dirada e Fillide si dedica per lo più al disegno. I bombardamenti colpiscono la sua casa-studio di Firenze e con la famiglia si rifugia a Bagno a Ripoli, sulle colline fiorentine

Nel 1947 viene nominata a Firenze vicepresidente del Club delle artiste pittrici e cura una mostra  a Kansas City, con 17 artiste italiane.

Negli anni successivi, pe una grave pleurite, conduce vita ritirata, continuando a disegnare e dipingere.

La troviamo attivissima negli anni ’50.

Negli anni ’60, colpita da una grave paralisi, interrompe ogni attività.

Muore a Firenze nel 1966.

Presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze  si conserva il ricco fondo da lei lasciato.