accadde…oggi: nel 1913 nasce Amrita Sher-Gil, di Paola Naldi

Arte al femminile (540)

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Amrita Sher-Gil nasce a Budapest (Ungheria) nel 1913.  Il padre è un aristocratico sikh, studioso di sanscrito e persiano, la madre una cantante d’opera ebrea di una ricca famiglia ungherese: i due si sono conosciuti durante un viaggio in India della madre. La sua è una famiglia non convenzionale, che vive in un clima culturale ricco di incontri con diplomatici, accademici e artisti.

Amrita trascorre l’infanzia prima a Budapest, poi, allo scoppio della Grande Guerra, in campagna. Riceve un’educazione privata di alto livello, rivelando una precoce predisposizione artistica.

Nel 1921 la famiglia, per problemi finanziari e per la situazione politica complicata, si stabilisce  a Shimla, in India. Questa splendida città è in quel momento capitale del Raj Britannico, popolare destinazione turistica, a 1958 m d altitudine, nel nord-ovest dell’Himalaya.

Qui Amrita inizia a studiare violino e pianoforte. A 9 anni, insieme alla sorella minore Indira, dà concerti e recita in spettacoli teatrali di intrattenimento per i turisti inglesi.

Nel 1923 la madre conosce uno scultore italiano, che in quel momento si trova a Shimla, diventa sua amante e decide di seguirlo, quando questi torna in Italia.

Nel 1924 Amrita inizia a frequentare una scuola d’arte a Firenze, dove la madre si è stabilita con le due figlie. Studia pittura in modo regolare, affascinata dai maestri del Rinascimento, ma viene espulsa dalla scuola cattolica a cui è stata iscritta, perché non sopporta la rigidità dell’impronta religiosa dell’istituto.

Finita la storia d’amore, la madre torna a Shimla. Qui Amrita viene di nuovo iscritta a una scuola cattolica, da cui è nuovamente espulsa, perché rifiuta quelli che definisce “assurdi riti cattolici”.

Nel 1929, a 16 anni,  è con la madre a Parigi, dove studia all’Académie de la Grande Chaumière e successivamente all’Ecole des Beaux-Arts. Si appassiona allo stile di Paul Cézanne e Paul Gauguin.

I suoi primi dipinti mostrano una significativa influenza del postimpressionismo, che ricerca certezza del contorno e sicurezza del colore.

Frequenta assiduamente gli ambienti bohémien di Parigi, slanciandosi in parecchie avventure amorose.

Nel 1932 un suo dipinto, Giovani donne, gli vale numerosi riconoscimenti, una medaglia d’oro e l’elezione come associato al Grand Salon di Parigi, membro più giovane di sempre e unico asiatico ad avere avuto questo riconoscimento.

I temi dei suoi quadri sono: autoritratti, studi di nudo, nature morte, ritratti di amici e compagni di studio.

Nel 1934 è di nuovo in India.

Nel 1935 incontra il giornalista inglese Malcolm Muggeridge, che diventa suo amante e con cui collabora al montaggio di un documentario. In precedenza è stata fidanzata di Yusuf Ali Khan e ha avuto relazioni sia con donne che con uomini: ha subito anche due aborti.

Viaggia molto e inizia una ricerca sulle tradizioni dell’arte indiana, sia per quanto riguarda le scuole di pittura che i dipinti rupestri.

Nel 1937 percorre l’India meridionale, producendo dipinti che rivelano il suo gusto per il colore e l’empatia per la popolazione indiana, raffigurata anche nei momenti di povertà estrema e disperazione. Si convince che la sua missione artistica sia raffigurare nelle tele la vita del popolo indiano.

Entra nella scena artistica, facendo parte di gruppi allora nascenti. Pur acclamata come astro nascente, non riesce ad avere un proprio mercato. Diventa comunque la prima donna artista in India che fa della pittura un mestiere vero e proprio.

Simpatizzante del Congresso Nazionale Indiano, ammira la filosofia e lo stile di vita di Gandhi. Jawaharlal Nehru rimane incantato dal suo talento e dalla sua bellezza, quando la incontra nel 1940. Alcuni suoi dipinti vengono utilizzati nella propaganda del Congresso.

A 25 anni sposa il cugino ungherese Victor Egan, con cui va a vivere prima in Ungheria, poi a Gorakhpur, nell’Uttar Pradesh, nell’amata India.

Si tratta di un matrimonio di convenienza e Amrita continuerà ad avere relazioni extraconiugali. Si sente però stretta nel rapporto coniugale e avverte i sintomi di una forte depressione.

Nel 1941 lei e il marito si trasferiscono a Lahore, in Pakistan.

A 28 anni, prima dell’apertura della sua prima grande mostra personale, si ammala e va in coma. Muore poche ore dopo. Varie le ipotesi sulla causa della morte. La madre accusa il marito medico di averla uccisa.

Dopo la sua morte la Gran Bretagna dichiara guerra all’Ungheria e il marito Victor è mandato in prigione come nemico nazionale.

Il governo indiano ha dichiarato le sue opere come beni artistici nazionali e la maggior parte di queste si trovano nella Galleria di Arte Moderna di Nuova Delhi.

Alcuni dipinti sono esposti al Museo di Lahore.

Amrita viene considerata una delle grandi pittrici d’avanguardia nell’India del Novecento e una pioniera nell’arte indiana moderna.

“Ho sempre fame di colori”, aveva detto, citando Van Gogh. “Voglio esprimere con i verdi e i rossi tutte le magnifiche passioni umani”.