Metallo non metallo, di Beatrice Gambogi, Catartica edizioni 2024, recensione di Daniela Domenici

Ho avuto il piacere di conoscere questa giovane archeologa, attrice e scrittrice di origine toscana ormai genovese e di apprezzare questa sua seconda opera che ho letto in un soffio nonostante le sue 222 pagine e che ha incontrato il mio gusto per vari motivi.

In primis per la storia da lei immaginata che potrebbe capitare a ognuno/a di noi: Luca, il protagonista, per colpa di un incidente, perde la memoria ma non in toto bensì solo parzialmente, gli ultimi sette anni e mezzo della vita, e prova a ricostruirla con estrema fatica, superando ostacoli di ogni tipo ma si rende conto che quel “buco” contiene anche innumerevoli episodi che hanno stravolto la sua esistenza in alcuni dei quali, forse, non si riconosce più.

Complimenti di vero cuore per lo stile ricco, variegato, fluido, denso di dialoghi, una perla rara nel mondo della narrativa contemporanea; e perfetta la caratterizzazione psicologica dei/lle tanti/e coprotagonisti/e, soprattutto Claudia, l’amica del cuore, ma anche i deliziosi genitori di Luca, i musicisti con cui suonava brani metal e i/le colleghi/e di lavoro: ognuno/a di loro avrà un ruolo nel farlo riappropriare della sua identità, nel ritrovare se stesso. Bravissima!