Tricotillomania, di Francesca Piazza, Rossini editore 2024, recensione di Daniela Domenici

Sono appena riemersa dalla lettura di questo splendido libro di Francesca Piazza che ho letto in un soffio e che mi ha emozionato e commosso in modo struggente.
Straordinariamente brava Piazza nella caratterizzazione psicologica dei tre principali protagonisti, Filippo, detto Fil, sua moglie Jasmine, detta Jas, e Camelia, detta Cam, pittrice e amica di Jasmine. C’è anche Ema, amico del cuore di Filippo. L’autrice, come in un testo teatrale, fa entrare in scena prima Filippo, poi Jasmine e infine Camelia, ognuno/a di loro, goccia a goccia, con dolore, si aprirà, si farà conoscere da chi legge raccontando i propri scheletri nell’armadio, le assenze, le mancanze, i legami, le fobie, le fratture, le dinamiche, spesso inspiegabili, che li/e hanno portati/e a essere le persone di oggi: standing ovation, Francesca!
La tricotillomania che dà il titolo al libro affligge Jasmine sin da quando è adolescente e non la abbandona nemmeno da grande, quando diventa moglie e madre, è un atto di autolesionismo che, come tutti questi gesti, viene inflitto per attirare l’attenzione e chiedere presenza e amore: bravissima nel descriverlo, Francesca!