E fu sera e fu mattina, libri del tempo, silloge poetica di Francesco Randazzo, Fara editore 2024, recensione di Daniela Domenici

Sono appena riemersa dalle emozioni che mi ha regalato questa superba silloge poetica di Francesco Randazzo, regista teatrale, scrittore e poeta di origine siracusana le cui numerose opere ho avuto il piacere di recensire in questi anni
https://danielaedintorni.com/?s=francesco+randazzo
e la più recente, quella dedicata a Goffredo Mameli, anche presentarla qui a Genova.
Due anni fa a proposito della sua silloge “Sabbia aspra” ho scritto “mi ha affascinato ed emozionato sia per l’ampiezza dei temi trattati che per la straordinaria e multiforme varietà di stili adottati che per la spiritualità di cui sono intrise molte altre che, infine, per la sua profonda conoscenza della mitologia”; queste parole valgono anche per questa sua nuova opera perché Randazzo sa utilizzare, con sapiente maestria e apparente nonchalance, l’enjambement e l’anafora, l’allitterazione e l’onomatopea, la sinestesia e la rima interna, è un profluvio di stili che emozionano: standing ovation!
La silloge è composta da sessantatre liriche, ventiquattro nel primo e nel secondo libro e quindici nel terzo; il primo s’intitola “stanze del paradosso di Schroedinger” in cui trovano spazio anche molte liriche dedicate al periodo della pandemia (quante/i di voi conoscono questo paradosso?), il secondo “ogni volta c’è un Dio che fugge, libro d’ore” è intriso di profonda fede e spiritualità e il terzo, che ha lo stesso titolo della silloge, è distopico, è una specie di apocalisse assolutamente originale da cui emerge il suo amore per il mondo animale: complimenti!!!
PS il libro uscirà tra pochissimi giorni, intanto se volete ordinarlo scrivete a info@faraeditore.it