Mi piace scrivere in aria, di Maria Antonietta Mattei, Controluna 2023, recensione di Daniela Domenici

Ho avuto il piacere di leggere questa silloge poetica di Maria Antonietta Mattei, un’autrice partenopea che, come leggo nella sua biografia, ha scoperto la scrittura dopo essere stata assistente sociale e dirigente regionale per “raccontarsi e raccontare la realtà che guarda con incessante curiosità”; la silloge è composta da una novantina di liriche.
L’autrice aggiunge ancora “parole, spazi, punti danno corpo alla timidezza, alla rabbia, all’amore” e infatti le sue poesie spaziano dall’amore di moglie e madre alle guerre, dai vari angoli di paesaggio con fiori, frutti e animali, a sentimenti come autenticità, inganno, estraneità, finzione, solo per citarne alcuni.
Mattei predilige, come figura stilistica, l’anafora e usa talvolta la sinestesia e spesso anche la rima.
Estrapolo da tre liriche, che mi sembrano le più adatte, sul suo desiderio di scrivere che già si annuncia nel titolo
Da “voglio scrivere versi”, la prima lirica della silloge
Voglio scrivere versi
Infilando parole senza senso
Prese a caso
Le attingo dal cassetto
Ove ho riposto quelle che ho incontrato
E poi in “vorrei saper scrivere”
Vorrei saper scrivere
Di cielo, mare e stelle
Vorrei saper parlare d’amore
…
Vorrei saper parlare
Degl’incontri che faccio
…
Vorrei, ma mi trattengo
Tanto è il mio cuore che freme
…
Conclude la silloge con “non voglio dormire”
Non voglio dormire
Mi piace vegliare
…
Voglio pensare
Che forse domani
è un altro giorno e può cambiare
posso cantare vecchie canzoni, motivi nuovi
…