mi assolvo e ti assolvo, di Tiziana Mignosa

E’ stato sciocco
e anche assai dannoso
pretendere di costruire
il grattacielo che nella mente
e nel cuore
avevo così a lungo disegnato
senza essere ingegnere
e  nemmeno muratore
.
E adesso
che gli occhiali di cartone
tra me e ciò che osservo
finalmente sto togliendo
quella bambina che seppur crescendo
è rimasta tale
con tenerezza abbraccio
e con Amore lascio andare
.
La voglia di toccare il cielo
ha da sempre fatto germogliare in me
la dolce fantasia
di innalzare piani di cemento
che sì in altezza costruivo
ma erano solo carte da gioco
che crollavano ogni volta
al soffio siberiano della sera
.
L’incredulità
mescolata al senso cieco d’ingiustizia
s’è fatta presto cemento liquido sulle macerie
e spianando la strada allo sconforto
malessere acuminato che mai però è giunto
sino al punto di portarmi
davanti al portale che gli strumenti veri custodiva
dell’ambita guarigione
.
Ma adesso che da acerrime nemiche
tutte le lacrime versate
a utili ho eletto
m’accorgo che affidarsi al caso
e poi stupirsi del perché
la freccia scoccata non finiva mai al centro
è stato un po’ avventato ma persino assai fruttuoso
poiché il fuori centro ho avuto modo di vedere
.
La volontà da sola
infatti
non riesce a costruire il sole
ma quando è determinata e forte
ci conduce verso ogni cosa possa servire
per alleggerirci d’ogni fardello
per poi mettere in scena
il sogno che da sempre ci segue come amata ombra
.
L i b e r i a m o c i
dal fardello della colpa
che malamente abbiamo gettato addosso
su noi e su chi ci vive intorno
perché ognuno può offrire a se stesso
e al mondo intero
solo ciò che è in grado di manifestare
dal punto esatto in cui si trova
.
Mi assolvo e ti assolvo
.
tiziana mignosa
agostoduemilaventiquattro