a mezza via! di Maria Antonietta Mattei, recensione di Loredana De Vita

“A mezza via! (iod, 2024) di Maria Antonietta Mattei è un romanzo “fresco” e delicato, ma con la grande abilità di riconoscere e interpretare i segni della vita che scorre e che solo con coraggio e responsabilità può essere resa come un nuovo inizio.
Il titolo è particolarmente evocativo e non solo per i versi di E. Montale (A galla, poesie disperse 1919) citati dall’autrice in eserga “(…) e che il cammino è sempre da ricominciare”, ma perché mi hanno fatto pensare a quel “Nel mezzo del cammin di nostra vita” di dantesca memoria. È proprio così, arriva un momento nella propria vita in cui si crede che la storia sia solo quella alle proprie spalle e che quel che resta possa essere non vissuto ma sopravvissuto, eppure, questo dipende da una scelta personale.
Maria Antonietta Mattei, ci presenta nel suo romanzo molti personaggi contrastanti tra loro per esperienza personale, condizione economica e sociale, ma tutti accomunati dal trovarsi “a mezza via”, un’età più che adulta in cui spesso si vive isolati e/o abbandonati, in cui le esperienze del passato emergono come etichette o come macigni che si pongono tra ciò che si era e ciò che si potrebbe ancora essere se solo si scegliesse di vivere e non di sopravvivere soltanto (scusate la ripetizione, ma mi sembra che il tema principale sia proprio questa scelta: vivere o sopravvivere).
In questo romanzo le tante protagoniste e i protagonisti diventano emblema di tutte le voci taciute e di quell’abbandono che può sopraggiungere in età anziana e più che anziana se si smette di credere in se stessi e nella propria possibilità di continuare a essere voce narrante della propria storia.
La Mattei ci porta in una realtà possibile, riconoscibile persino, in cui l’ambiente, separato dalla città dove il fervore del tran tran quotidiano offusca la monotonia della solitudine obbligata, appare come una prigione. Ci catapulta in una località prettamente rurale dove forse solo quel mare non troppo lontano può far credere che esista ancora un orizzonte. Con abilità l’autrice pone a confronto due realtà di abbandono, una casa di cura per anziani, Oasi di pace, e una casa di cura per malati di mente, Villa Esther.
Ci sono confronti costruttivi e quello tra queste due dimore certamente lo è grazie al lavoro di alcuni dipendenti e volontari che cominciano a imbastire rapporti e relazioni umane tra le due realtà di segregazione nella speranza che dal loro incontro possa nascere un sentimento di positività che sostenga gli uni e gli altri nell’accogliere la propria realtà e migliorarla.
Così, Esther, Pina, Teresa, Giuseppe, Marco, attraversando equivoci e sentimenti ritroveranno la parte migliore di sé e sarà questa a dare loro la forza per ricominciare e continuare a vivere. Non mancano momenti dolorosi e di sconforto nella narrazione, ma l’aria che vibra e fluttua nella vita dei protagonisti è quella della rinascita. Sarà possibile? La malinconia potrà essere superata dall’azione dell’amicizia? Questo è un segreto che solo il lettore potrà svelare.
“A mezza via” (iod, 2024) è un romanzo che si legge con il cuore e con il cuore parla. Lo suggerisco.