medici di medicina generale e pazienti in piazza a difesa del Sistema Sanitario Nazionale, resoconto di Susanna Baffi

Lo scorso 20 novembre Fimmg Genovese ha invitato i medici di medicina generale a scendere in piazza insieme ai loro pazienti per manifestare il loro comune dissenso di fronte alla crisi che il Sistema Sanitario Nazionale sta attraversando. La data non è stata casuale: nella stessa giornata i colleghi ospedalieri e gli operatori sanitari dipendenti hanno scelto di scioperare a livello nazionale. Perché allora non scioperare? Si è dibattuto a lungo, ma alla fine si è deciso di manifestare “in pausa pranzo”, evitando così di creare ulteriori disagi alle prime vittime del collasso del SSN, presidiando accanto a loro, indossando il camice bianco, in Piazza De Ferrari,nel cuore della città di Genova. Sulla piazza si affaccia anche il Palazzo Della Regione verso cui idealmente è stato lanciato il grido d’allarme, all’indomani dell’insediamento della nuova giunta.

La risposta dei cittadini è andata oltre le previsioni e il messaggio è stato forte e chiaro: “insieme difendiamo il prezioso SSN pubblico”. Tante le criticità emerse: le note liste d’attesa ormai insostenibili,la carenza di medici di medicina generale, una “burocratizzazione del lavoro” che ruba sempre più tempo all’assistenza, e infine le risorse sempre più scarse messe a disposizione del territorio.

La medicina territoriale deve essere (ri)valorizzata in quanto rappresenta l’unico filtro alle necessità crescenti di cura dei cittadini, garantendo una prima risposta capillare, accessibile e tempestiva. Solo nella continuità assistenziale che si realizza a pieno nel rapporto fiduciario tra assistito e MMG può essere effettuata una prevenzione efficace che significa anche risparmio nel medio e lungo termine in termini di ricoveri e costi delle cure mediche.

“Carenza” è un’altra parola ricorrente. In primis, mancano giovani medici che intraprendano la carriera di MMG per far fronte all’ondata di pensionamenti, iniziata con la pandemia e che tuttora travolge il nostro territorio e continuerà ad avanzare nei prossimi anni. L’attuale riorganizzazione della medicina territoriale con l’apertura delle Case Di Comunità non fa che rendere questa strada ancora meno appetibile per i giovani medici neolaureati, svilendo al contempo gli attuali MMG in carica, senza dare risposte concrete alla popolazione.

Una bella immagine, una piazza piena con tanti camici bianchi e tanta gente comune per un unico scopo. La speranza è che si riparta da qui, dal rapporto di fiducia medico-paziente, un’antica alleanza che può dare maggiore eco alla sofferenza del SSN, ferito da anni di tagli e sevizie, SE  vogliamo davvero salvarlo e non strizzare l’occhio al privato.