Villa Ponente, di Paola Zagarella, Capponi editore 2023, recensione di Daniela Domenici

Ho “incontrato” per la prima volta Paola Zagarella, scrittrice genovese, grazie a questo suo romanzo che è ambientato sulla riviera ligure e che narra una storia che attraversa varie generazioni della stessa famiglia e che si svolge tutta a Villa Ponente, una residenza che provoca l’invidia dei/lle compaesani e che è il cuore pulsante, l’anima, direi, di questa vicenda nella quale l’autrice parla di amicizie, di sorellanze, di relazioni non sempre facili, di amori mai vissuti, di cura verso le persone anziane, di rapporti spesso difficili tra genitori e figli/e e di tanto altro ancora.
La protagonista principale che attraversa tutta la vicenda è Aurelia, una donna che dedica tutta la sua vita all’accudimento prima della madre, poi del padre, che scivola lentamente nella demenza senile, e delle scolaresche come maestra rinunciando così a crearsi una propria famiglia e sacrificando il proprio futuro. Accanto a lei troviamo, appunto, il padre Cesare, l’altro personaggio importante della storia, e poi la sorella Carla, le amiche Tosca e Selene, la nipote Lisa e Bianca che le starà vicina negli ultimi anni. Molto ben delineato il rapporto tra Aurelia, detta Lia, e il padre e anche quello, spesso conflittuale, con la sorella; complimenti per le descrizioni dei paesaggi, dei profumi e dei colori che fanno diventare quell’angolo della riviera una superba co-protagonista.