in Italia il romanzo è donna, di Laura Candiani

In Italia il romanzo è donna

In questo 2024 sta accadendo qualcosa di straordinario e, al momento, unico: praticamente tutti i premi letterari più importanti e durevoli stanno andando ad autrici. È un fatto inedito, segno che finalmente le lettrici assidue, che superano di gran lunga il numero dei lettori ― all’incirca 60% contro 40%, stanno facendo emergere le proprie preferenze e che le nostre scrittrici sono sempre più brave e sanno catturare l’interesse della critica e del pubblico. Del fenomeno in qualche modo ce ne siamo già occupate con le recensioni ai romanzi di Tamigio, Verna, Mira, esempi significativi di qualità e impegno. Ma intanto i premi si susseguono e la stampa ne parla; Paolo Di Stefano, nella sua rubrica “Il piccolo fratello” (Corriere della Sera, 24-9-24), nota almeno due elementi da sottolineare: prima di tutto che lo Strega, il Campiello, il Viareggio-Rèpaci sono andati rispettivamente a Donatella Di Pietrantonio, Federica Manzon (unica donna in una cinquina a netta prevalenza maschile), Silvia Avallone. «Non si era mai verificato, qualcosa vorrà dire». Nota poi che in tutti e tre i casi ci vollero a suo tempo circa dieci anni prima che una donna avesse il riconoscimento: Maria Bellonci nel 1939 il Viareggio (Lucrezia Borgia. La sua vita e i suoi tempi), Gianna Manzini nel 1971 il Campiello (Ritratto in piedi), Elsa Morante nel 1957 lo Strega (L’isola di Arturo). «Diversamente dall’economia e dalla politica, dove il maschio resta prevalente, la letteratura sembra insomma aver appianato gli squilibri. Anzi, li ha capovolti». Anche la classifica dei best seller segue questo andamento, ma ci ritorneremo.
Alle precedenti riflessioni dobbiamo fare delle ulteriori aggiunte: Il cognome delle donne di Aurora Tamigio (Vv n. 289) ha vinto la 72esima edizione del premio Bancarella, assegnato dai librai indipendenti con 185 voti su 188 disponibili. Praticamente un plebiscito! Recentissima la notizia che il premio Malaparte, attribuito a scrittori e scrittrici internazionali dal 1983 e rifondato 13 anni fa, è andato all’inglese di origine canadese Rachel Cusk, per l’insieme delle sue opere comprendente romanzi e saggi in cui coraggiosamente ha raccontato le difficoltà di essere madre e la fine del proprio matrimonio, trasformando le vicende personali in riflessioni generali e in satira sociale. Viola Ardone, con Grande meraviglia, sta riscuotendo un notevole successo in patria (oltre 150.ooo copie vendute) e in Francia, dove è finalista al Prix du Roman Fnac 2024 e riceve giudizi lusinghieri per «la sua violenza e la sua grazia, con il suo umorismo tenero e la straordinaria forza romanzesca con cui racconta la realtà» (Le Point) e il processo di crescita della giovane Elba.

Non possiamo dimenticare infine il premio Flaiano, assegnato a Pescara il 30 giugno, che riguarda vari ambiti della cultura e dello spettacolo, cinema, teatro e televisione compresi; per la narrativa internazionale ha vinto Cristina Battocletti con Epigenetica, una intensa storia di famiglia disfunzionale che ha al centro la riscoperta di sé da parte della protagonista Maria. Per la narrativa under 35 ha ottenuto il riconoscimento una giovanissima autrice: Greta Olivo con Spilli, romanzo in cui l’adolescente romana Livia teme un grave problema di salute.

Un altro elemento che accomuna le opere citate, oltre all’elevata qualità, al gradimento e alle buone vendite, riguarda i temi prevalenti nelle storie narrate, che, come abbiamo visto, hanno come protagoniste donne più o meno a noi contemporanee, coinvolte in situazioni diversificate, ma sempre inserite in ambientazioni precise e legate a problematiche familiari, a eventi storici di rilievo, a rapporti umani e sociali che sollecitano l’attenzione di chi legge. Donatella Di Pietrantonio, che mai ha lasciato la professione di dentista pediatrica e la residenza nel paese di Penne, dopo aver indagato sulla realtà abruzzese e sui difficili legami di parentela con L’arminuta Borgo Sud, nel recente L’età fragile continua a interrogarsi sull’universo femminile. Questa volta si è spinta ad affrontare la violenza di genere traendo spunto da un terribile fatto di cronaca: il delitto del Morrone che vide nel 1997 la morte di due ragazze e il ferimento della sopravvissuta al massacro.

Silvia Avallone, oltre che il premio Viareggio, ha ottenuto pure il premio Elsa Morante, con Cuore nero, storia drammatica di Emilia, alle prese con le ombre di un difficile passato.

Il romanzo d’esordio, Acciaio, riscosse tre premi prestigiosi (e in due casi arrivò secondo) e unanimi apprezzamenti anche per l’originale ambientazione nella realtà economica delle acciaierie di Piombino in cui vivono due adolescenti, Francesca e Anna; nel Biellese si sviluppa invece la storia della protagonista omonima di Marina Bellezza, la sua seconda prova ancora incentrata su una figura femminile.

Alma è il quinto romanzo di Federica Manzon e la sua vittoria ha smentito vari pronostici, visto che ha battuto colleghi assai affermati come Franchini, Mari, Trevi, Santoni con la vicenda di una giovane che ritorna nella sua città, Trieste, per raccogliere l’inaspettata eredità paterna.

Da sapere che il premio Campiello viene assegnato, a partire dal 1963, da due giurie: una di 10 personaggi qualificati (per lo più uomini) fa la proposta dei cinque finalisti, poi spetta alla giuria popolare di 300 elementi assegnare la vittoria. Quest’anno anche il Campiello opera prima è andato a una autrice: Fiammetta Palpati (La casa delle orfane bianche) e pure il Campiello natura (a Emanuela Evangelista per il suo Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta), giusto per confermare la tendenza in atto.
Spostiamo ora la nostra attenzione sulle classifiche dei best seller italiani e stranieri, utilizzando le informazioni desunte dall’allegato “La Lettura” al Corriere della Sera di domenica 29 settembre. Il commento del citato Di Stefano appare calzante quando afferma che, riguardo alla letteratura italiana e straniera, le scrittrici predominano nettamente; «la sproporzione è talmente schiacciante da lasciar supporre piuttosto che anche gli uomini prediligano le narratrici, mentre continuano a preferire gli uomini quando si tratta di argomentare (nella saggistica) su politica e società. Fatto sta che il paesaggio della lettura in Italia è mutato, ma prima di tutto è mutato il paesaggio della letteratura». Un immaginario al maschile è stato soppiantato forse da uno al femminile? Oppure le donne che scrivono stanno più al passo con i tempi? O lo stile e la sensibilità femminili hanno la cosiddetta marcia in più, in sintonia con il comune sentire di lettrici e lettori? O magari sono più brave, accurate, vicine ai fatti reali ma pure attente alla ricostruzione del passato, a inserire le loro storie nella grande Storia (sto pensando ad esempio al bellissimo I giorni di Vetro– Vv n.284)?
E allora vediamo insieme la classifica dei Top ten, che unisce saggi e narrativa: sette donne e tre uomini, con Due (l’attesa novità di Enrico Brizzi), Grazie, Occidente! (Federico Rampini), Nexus (Yuval Noah Harari); le autrici sono Valentina Mastroianni, che domina pure la classifica della saggistica con il suo E voleremo sopra la paura, Felicia Kingsley con Una conquista fuorimenù (in testa alla classifica della narrativa italiana), Lucinda Riley (in testa alla classifica della narrativa straniera) con il giallo La ragazza nascosta.

Entra subito in classifica Tracy Chevalier, la celebre autrice del romanzo ormai classico La ragazza con l’orecchino di perla, che questa volta ambienta a Venezia l’affascinante storia di Orsola Rosso, La maestra del vetro, che a noi toponomaste non può fare che un enorme piacere visto il tema di Calendaria 2025.
Le ultime tre sono: Thrity Umrigar con Il canto dei cuori ribelli, Milena Palminteri con Come l’arancio amaro e Donatella Di Pietrantonio con l’opera vincitrice del premio Strega: L’età fragile.
Cosa aggiungere ancora? Nella classifica complessiva dei primi venti romanzi italiani più letti troviamo il ritorno di I leoni di Sicilia, sulla spinta della serie televisiva pluripremiata, due opere di Francesca Giannone (La portalettere e Domani, domani), Il cognome delle donneTutta la vita che resta di Roberta Recchia, Cuore nero e una novità di cui si parla parecchio: La strangera di Marta Aidala.

Fanno capolino personaggi dall’aria misteriosa come Hazel Riley, pseudonimo di una autrice di origine sarda che si è fatta conoscere su Wattpad con la sua serie, Karim B., pseudonimo di un’altra italiana ossessionata dai vampiri, anche questo romanzo nato e diffuso su Wattpad, come pure è accaduto con Ribes Halley, giovane promessa apprezzata da schiere di lettrici e lettori appassionati. Insomma, le scrittrici italiane e straniere si impongono, raggiungendo risultati inattesi e quantomai graditi; il singolo successo non rappresenta più una eccezione, ma ormai è la regola. Non vediamo l’ora che si confermi la tendenza a dimostrazione di uno dei tanti talenti femminili, in attesa che i libri scolastici, le antologie, i programmi ministeriali facciano finalmente giustizia.