cose che succedono la notte, di Peter Cameron, recensione di Loredana De Vita

Peter Cameron: Cose che succedono la notte

Il romanzo “Cose che succedono la notte” (Adelphi, 2020) di Peter Cameron è una storia che sorprende per la capacità dell’autore di tradurre in parole e scene la crescente indifferenza, o apparente tale, che può svilupparsi nella relazione matrimoniale quando eventi più grandi, come una malattia grave, distanziano la coppia perché ciascuno vive una realtà simile ma diversa o, meglio, vissuta da punti di vista opposti: il malato e il sano.
Una relazione che si complica per l’incomprensione o il timore della stessa, per la paura della solitudine e del dolore, perché è la malattia ad avere il controllo della propria vita ed è difficile trovare un equilibrio in cui tutto ciò che esisteva prima continui a esistere. Inevitabilmente, la malattia cambia chi la sopporta e chi la accompagna.
L’autore sceglie come setting della sua storia un paese freddo, pieno di neve e ghiaccio, lontano da casa (Europa invece di America), in mezzo a persone ignote con cultura diversa dalla propria, stili di vita che si adeguano alla piattezza e il grigiore cui appartengono e da cui, però, non riescono a separarsi pur desiderandolo. Un ambiente freddo che facilita la chiusura in se stessi, un ambiente in cui tutto è estraneo e anche il motivo di quel pericoloso e drammatico viaggio finisce col perdersi nella generale indifferenza che rende tutti estranei gli uni agli altri, anche e soprattutto l’uomo e la donna.
L’uomo e la donna sono i sostantivi con cui l’autore si riferisce ai protagonosti che non hanno un nome quasi ad accrescere il senso di estraneità che li avvolge. L’uomo e la donna, dunque, sono in quella remota terra per adottare un bambino, la donna vuole che l’uomo non resti solo dopo la sua morte che avverrà a breve scadenza essendo la donna affetta da un cancro al IV stadio.
Eppure, quella terra fredda e distante, alcuni incontri con un affarista e un’attrice e un santone, cambiano la prospettiva e la direzione della vita dell’uomo e della donna. Lei comprende di non volere più un bambino, lui di volerlo fortemente; lei vuole restare a morire in quel luogo nascosto, lui vuole tornare a casa quanto prima. Scelte che dividono e, in un certo senso, liberano.
“Cose che succedono la notte” (Adelphi, 2020) di Peter Cameron è un libro audace nello stile e nel significato, dove il tentativo di recupero nel finale non cancellerà la sensazione di estraneità e solitudine che lo percorre parola dopo parola. Una scrittura limpida e accurata, particolare nelle scelte sel significato, ma autentica nella conduzione del narrato.