Tra qui e altrove, silloge di racconti di Francesco Randazzo, Fara editore 2025, recensione di Daniela Domenici

E’ tornato a “trovarmi” Francesco Randazzo, regista teatrale, poeta, scrittore e drammaturgo di cui ho già recensito otto opere precedenti
https://danielaedintorni.com/?s=francesco+randazzo
una delle quali ho avuto il piacere di presentare qui a Genova.
Con questo suo nuovo libro che contiene undici splendidi, struggenti racconti, di varia lunghezza, ha vinto il concorso Narrapoetando 2025 e vorrei citare alcune delle motivazioni del premio che mi trovano pienamente concorde e che sono state espresse dai/lla tre giurati/a.
La prima, di Fabio Orrico, dice “Il fantastico sembra essere il sottofondo morale scelto dall’autore per le sue storie, fantastico inteso nel senso più ampio del termine. Si va dalla fantascienza propriamente detta all’utopia passando per fiabe dal tono gentile e moraleggiante”. Dalla seconda di Giovanna Passigato traggo “Ironia, tensione, partecipazione all’avventura umana, anticipazione del futuro. Anche nei suoi aspetti più feroci o più inverosimili…Racconti di solitudine estrema e, coraggiosamente, anche nell’abisso dell’Alzheimer: forse questo dissolversi nella realtà che conosciamo è uno sfumare verso un’altra, altrettanto reale, seppure sconosciuta. Racconti anticipatori, come 2063, e per questo terribili. Racconti ironici come Prima i lombrichi. Racconti di una predisposizione all’amore…E poi la vecchiaia. E altro. Il tutto narrato con un linguaggio semplice e alto insieme, di una precisione scientifica, in grado di penetrare, coinvolgere e sconvolgere”, e concludo con il terzo giurato, Stefano Martello “Ci sono temi e generi, tra queste parole, che meriterebbero più rispetto. Più riconoscimento”.
Ancora una volta Randazzo è riuscito a emozionarmi per i temi trattati, per la mescolanza di stili e generi, per la sua profonda conoscenza della mitologia, per il suo amore per la nostra Sicilia e, in particolare, per la sua Siracusa, per la bravura nel creare racconti utopici e fantascientifici ma, soprattutto, per la sua tenerezza rispettosa e densa di amore verso le persone anziane, alcune delle quali con demenza senile o Alzheimer; standing ovation!
PS il mio preferito è 2063.