a pochi passi dal sole, di Walter Tevis, recensione di Antonella Sacco

A pochi passi dal sole – Walter Tevis * Impressioni di lettura
(Titolo originale “The Steps of the sun”, trad. Raffaella Ciampa; originale pubblicato nel 1983; edizione italiana da me letta Urania – Mondadori 12/7/1992)
Non posso dire che questo romanzo mi abbia appassionata. L’ho trovato piuttosto lento e Benjamin Belson, il protagonista (che racconta la sua vicenda in prima persona), a mio parere, non è particolarmente simpatico. Però è di sicuro un testo interessante, per il mondo che descrive, sia a livello sociale che politico. Già il fatto che l’autore veda la Cina come potenza antagonista agli Stati Uniti è un aspetto rilevante, direi. La carenza di fonti di energia è un altro tema decisamente attuale.
È proprio questo problema che muove il protagonista, un ricchissimo magnate americano (Pirata Intergalattico, come viene talvolta definito) a esplorare lo spazio alla ricerca di uranio; questa avventura si rivelerà però più importante per Belson di una semplice estrazione di quel materiale, tanto che prolungherà la sua permanenza su un pianeta per una sorta di viaggio spirituale. Al ritorno sulla Terra verrà accolto come un fuorilegge, invece che come un salvatore, ma, sia pure con qualche difficoltà, riuscirà ad superare i vari ostacoli e a far sì che il suo uranio venga utilizzato.
Si potrebbe definire quasi un romanzo di formazione, benché il protagonista sia sui cinquanta.
Qui sotto una breve citazione che mi ha colpita particolarmente, un alto funzionario cinese (donna) dice a Belson:
– L’America farà spreco dei combustibili – disse. _ Come ha sprecato il petrolio del Texas e del Golfo Persico. l’America ha costruito edifici alti con le finestre sigillate e ha bruciato petrolio per raffreddarli d’estate.
(dubito che adesso in Cina non si stia facendo altrettanto, forse non era così nel 1983, anno in cui è uscito il romanzo)