ninna nanna, di Asmaa Azaizeh, traduzione di Pasquale D’Auria

 

Inediti di Asmaa Azaizeh, poetessa palestinese

Sono stanca di paragonare cose tra loro

E a malapena riesco a vederle per ciò che sono

Anche il gelsomino nel mio giardino è stanco

Un passante ha detto che somiglia ad un campo di cotone

E andò allargando le sue braccia e le sue gambe fino a sfibrarsi

 

Paragonavo la morte al buio pesto in cui abbiamo perso le chiavi della porta,

Ad un sogno dal quale non ci svegliamo,

Alla vacuità di un idolo per il quale ci umiliamo,

finché mio padre non cadde a terra e morì.

Ebbene la morte divenne morte.

Semplicemente morte.

 

Sono innocente nella metafora.

Ho paragonato me stessa ad una spiga di grano e ci sono rimasta incastrata,

e da allora Darwin fissa la sua scrivania

 

Sono innocente nella poesia.

Queste ninna nanna le scrivo per dormire

come amuleti che piego per poi scriverci ancora