la lingua dei segni, di Isotta Monteverde per la giornata internazionale della lingua dei segni

Come insegnante di sostegno specializzata nell’ insegnamento ai bambini audiolesi ed affetta io stessa da problemi di sordità, mi è stata data la possibilità di venire a conoscere le lotte della comunità degli audiolesi perché la lingua dei segni venisse riconosciuta a tutti gli effetti come una vera lingua, ed il suo uso fosse permesso e riconosciuto dalla scuola ufficialmente.

Nel mio lavoro di insegnante di sostegno specializzata per i bambini audiolesi ho potuto constatare l’utilità dell’uso del metodo verbale, che comunque non puo’ essere utilizzato in maniera indiscriminata da tutti i bambini audiolesi. E’ necessario personalizzare…permettere al bambino di utilizzare la lingua dei segni se questa gli permette di poter comunicare con gli altri ed inserirsi quindi in maniera piu efficace all’ interno della sua classe o gruppo di amici. Senza che questo possa essere per lui discriminante.

Personalmente ho vissuto un’esperienza bellissima di vera integrazione di un bimbo sordo grave alla scuola dell’infanzia. Il bimbo utilizzava solo la lingua dei segni.

E’ stato deciso nella mia classe di insegnare anche ai bambini della sua classe i segni principali della LIS

E’ stato molto bello vedere l’entusiasmo dei bambini normodotati nel rendersi conto di essere in grado di comunicare con il loro compagno, di capirlo e farsi capire.

Dovremmo riflettere tutti su questo, su quanto riusciamo veramente ad accettare l’ altro per ciò che l’altro è. Che ci porta, senza pretendere che si adatti a noi, a ciò che noi riteniamo giusto per lui, senza ascoltarlo…

Mettiamoci quindi in ascolto…per crescere insieme.