Significato del nome Maria
di don Alfredo Morselli
Nella storia dell’esegesi ci sono state diverse interpretazioni del significato del nome di Maria:
1) “AMAREZZA”
questo significato e` stato dato da alcuni rabbini: fanno derivare il nome MIRYAM dalla radice MRR = in ebraico “essere amaro”. Questi rabbini sotengono che Maria, sorella di Mose`, fu chiamata cosi` perche’, quando nacque, il Faraone comincio` a rendere amara la vita degli Israeliti , e prese la decisione di uccidere i bambini ebrei. Questa interpretazione puo` essere accettata da noi Cristiani pensando quanto dolore e quanta amarezza ha patito Maria nel corredimerci: [Lam. 1,12] Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’e` un dolore simile al mio dolore… Inoltre il diavolo, di cui il Faraone e` figura, fa guerra alla stirpe della donna, rendendo amara la vita ai veri devoti di Maria, che, per altro, nulla temono, protetti dalla loro Regina.
2) “MAESTRA E SIGNORA DEL MARE”
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Maestra-Signora) + YAM (= mare): come Maria, la sorella di Mose`, fu maestra delle donne ebree nel passaggio del Mar Rosso e Maestra nel canto di Vittoria (cf Es 15,20), cosi` “Maria e` la Maestra e la Signora del mare di questo secolo, che Ella ci fa attraversare conducendoci al cielo” (S.Ambrogio, Exhort. ad Virgines) Altri autori antichi che suggeriscono questa interpretazione: Filone, S. Girolamo, S. Epifanio.
Questo parallelo tipologico tra Maria sorella di Mose` e Maria, madre di Dio, e` ripreso da Ps. Agostino, che chiama Maria “tympanistria nostra” (Maria sorella di Mose` e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. e` la tympanistria nostra, cioe` dei Cristiani: il cantico di Mose` del N.T sarebbe il Magnificat, cantato appunto da Maria: questa interpretazione e` sostenuta oggi dal P. Le Deaut, uno dei piu` grandi conoscitori delle letteratura tergumica ed ebraica in genere: secondo questo autore, S. Luca avrebbe fatto volontariamente questo parallelismo.
3) “ILLUMINATRICE, STELLA DEL MARE”
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da: prefisso nominale (o participiale) M + ‘OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Cosi` S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo (insieme alla precedente) Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realta` non abbia interpretato il nome come “stella del mare”, ma come “stilla maris”, cioè: goccia del mare. La presenza della radice di “mare” nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni e/paragoni di Maria con il “mare”: Pietro di Celles (+1183) Maria = “mare di grazie”: di qui Montfort riprende: “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria” (Vera Devozione, 23). Qohelet 1,7: “tutti i fiumi entrano nel mare”; S. Bonaventura sostiene che tutte le grazie (= tutti i fiumi) che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono “confluite” in Maria, il mare di grazie. S.Brigida: “ecco perche` il nome di Maria e` soave per gli angeli e terribile per i demoni” ————- Ave maris stella, Dei Mater alma, atque semper virgo, felix coeli porta… Questo inno sembra una meditazione sul nome di Maria, in rapporto a Maria sorella di Mosè: “Ave maris stella” (cf significato 3); “Dei Mater ALMA atque semper virgo”: Maria, sorella di Mose`, viene chiamata in Es 2,8, `ALMAH = “vergine” e, etimologicamente “nascosta”; “felix coeli porta”, cioe` “maestra del mare” di questo secolo che Ella ci fa attraversare (cf. significato 2)
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4) PIOGGIA STAGIONALE
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. PRIMA PIOGGIA STAGIONALE) Maria e` considerata come Colei che manda dal cielo una “pioggia di grazia” e “pioggia di grazia essa stessa”. Questa interpretazione, che C. A Lapide attribuisce a Pagninus, viene in parte ripresa da S. Luigi di Montfort nella Preghiera Infuocata: commentando Ps. 67:10 “pluviam voluntariam elevasti Deus, hereditatem tuam laborantem tu confortasti” (Una pioggia abbondante o Dio mettesti da parte per la tua eredita`), il Montfort dice: “[P.I. 20] Che cos’e`, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredita` esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa cosi` indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?” Maria, pioggia di grazie, formera` e mandera` sulla terra una pioggia di missionari
5) ALTEZZA
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MAROM (ebr. ALTEZZA, EXCELSIS): questa ipotesi e` sostenuta, tra gli antichi dal Caninius, e, tra i moderni, da VOGT, soprattutto in base alle recenti scoperte dei testi ugaritici, che hanno permesso la comprensione di molte radici ebraiche. Luca 1:78 per viscera misericordiae Dei nostri in quibus visitavit nos oriens EX ALTO questo versetto, in base al testo greco e alla retroversione in ebraico, puo` essere tradotto: ci ha visitati dall’alto un sole che sorge: Cristo e` il sole che sorge che viene dall’alto (il Padre) oppure ci ha visitati un sole che sorge “dall’alto” = da Maria
Di tutti queste ipotesi, qual e` quella giusta? forse la Provvidenza ci ha lasciato nel dubbio perche’ nel nome di Maria possiamo trovare nel contempo tutti i significati che l’analogia della fede ci suggerisce.

Bellissimo il tuo commento, Maurizio, lo condivido in pieno!
Maria è stata idealizzata, come se quel “sì” fosse stato facile…… non viene detto che Maria con quel sì rischiava la lapidazione, senza pensare anche al fatto – umanissimo – della delusione di questa giovane per aver perso la fiducia dell’uomo che amava, per sentirsi respinta da lui per paura della legge!
Maria e Giuseppe sono stati coraggiosi nella loro fede, molto al di là di quello che la religione dettava! Che lezione per noi se solo ci pensiamo!!!!
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Grazie Fausta. Magari ci ritroveremo in spirito a “sgranare” un Rosario per tutte le coppie…
🙂
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Mauri sei grandissimo, te stampo pure attè! Alina
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Maria
Sorriso di Dio
Serbi i momenti
Di Gesù, Unigenito e Signore nostro, nel tuo
Sacro Cuore.
Cara Daniela,
le figure femminili dei vangeli – ma anche tante bellissime figure dell’A.T. delle quale potremo, se lo ritieni opportuno, parlare in futuro – mi hanno sempre affascinato, soprattutto per la formidabile carica d’amore che in esse s’avverte. Non è sicuramente un caso che proprio ad una donna, Maria di Magdala, stupenda figura di amica e di innamorata, il Cristo abbia per prima annunciato la sua risurrezione, come ci narra il capitolo 20 dell’Evangelo di Giovanni.
La figura di Maria oltre a devozione trasmette però un fascino solare (un sole che viene dall’alto recita il Benedictus di Zaccaria). Purtroppo, lungo i secoli, la sua figura è stata via via caricata di varie simbolizzazioni, di connotazioni enfatiche ed idealizzanti. La sua verginità, ad esempio, è stata spesso considerata in modo riduttivo, inibitorio, presa a pretesto per coprire la tradizionale paura di molti “credenti” nei confronti della sessualità. Anche l’esperienza della vita di coppia di Maria e di Giuseppe è stata talvolta sottaciuta, sottovalutata. Eppure doveva essere stata una splendida coppia quella in cui l’uomo, Giuseppe, accetta di prendere “con sé” e non “per sé” una donna, e la donna, Maria, accetta la funzione di mediatrice tra la linea dell’essere e quella del fare. Ma per cogliere questa sensibilità occorre liberare Maria (ma anche Giuseppe) dagli ori e dagli orpelli a cui porta l’atteggiamento autoreferenziale di noi credenti (tutti ci cascano almeno una volta nella vita…)
Pensiamo a quei luoghi dove, anche oggi, la donna conta meno di un cammello o di un dromedario; dove la sudditanza all’uomo è pressoché totale e lui, l’uomo, vive con la paura di essere “contaminato” dalla donna. Immaginiamo un po’ la condizione di una ragazza-madre, in una società che, ancora oggi, ha conservato la barbara abitudine di liquidare sbrigativamente le donne che contravvengono a leggi fatte da uomini. E in Palestina, al tempo di Maria Santissima, le cose non dovevano andare certo in modo molto diverso.
A tutto questo bisogna pensare per dare la giusta grandezza all’ “ecco-me” di Maria Santissima. Il FIAT di Maria Santissima non è una semplice affermazione timida, né fatalistica, tantomeno passivamente femminile e neppure teologicamente necessaria a tutto l’impianto dell’economia della salvezza. Questo spesso è il reale pensiero “al maschile” in riferimento a questa ENORME E GRANDISSIMA PROFESSIONE DI FEDE CHE SI LEGA INTIMAMENTE ALLA SIMILE RISPOSTA DATA A DIO DA ABRAMO. Sicché e pregna di FEDE e non è data semplicemente “perché tutto era già scritto”.
MARIA SANTISSIMA, la bellissima storia di una ragazza molto giovane, che prende coscienza del valore che DIO attribuisce ai poveri nel suo piano di salvezza sicché anche la presa di coscienza di una donna – in quanto donna ed in quanto povera – che gli oppressi sono i soggetti attivi della loro liberazione, per dono di DIO.
Allora, questa donna povera, mite, sottomessa ma libera, genera un bimbo, Dio, ed attraverso questo Dio, a cui possono rivolgersi tutti, quelli che dicono uomo per dire Dio e quelli che dicono Dio per dire uomo, ha inizio un processo di liberazione. Che bello poter fare un tratto di strada con una donna capace di questo coraggio.
Ecco tra appunti, donne e uomini illuminati e, soprattutto, per dono di DIO in GESU’ per GESU’ e con GESU’ ciò che mi/ci deve ispirare il MAGNIFICO SUBLIME DOLCISSIMO nome di MARIA SANTISSIMA.
Grazie Daniela per l’ennesimo spunto che ci offri per le nostre riflessioni di fede.
🙂
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grazie a te, Mauri, per questa lunga e dettagliata disamina che arricchice tutti noi 🙂
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Grazie Daniela, questa spiegazione etimologica e i riferimenti (uhhhhhhhh finalmente!) sono preziosissimi per me. Brava, bravissima, me la stampo! Alina
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bello!!! 🙂
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Quanti e tutti così belli!
Maria, madre, mamma, ha sempre un posto speciale nella fede ma soprattutto nell’affetto delle persone….basta pensare alle Litanie dove le sono dati gli appellativi più strani!
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🙂
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Quanti significati!
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Molto interessante…. grazie e buona giornata
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prego Ale 🙂 anche a te…
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