Il mondo in un’aula…di Daniela Domenici
“Il cielo in una stanza” canta Gino Paoli…ho voluto prendere in prestito, parafrasandolo, questo celebre titolo per descrivere la classe in cui da oggi e fino alla fine dell’anno opererò come seconda docente di sostegno (c’è già una collega presente) e in appoggio all’educatrice che è con loro sin dall’inizio dell’anno scolastico, due bravissime insegnanti che svolgono la loro missione con passione e dedizione oltre che con grande professionalità: cercherò di assimilare più input possibili da loro per operare in perfetta sinergia nell’interesse unico e precipuo dei pargoli che ci sono stati affidati.
Questa classe è un microcosmo in cui si trovano a coesistere e convivere, come nella più ampia società in cui viviamo, le più disparate etnie; nello specifico un bambino del Benin, una dal Kosovo, un’altra da Cuba e una dalla Polonia che hanno bisogno di alfabetizzazione e di maggior aiuto in generale. E anche qui, purtroppo, nonostante la giovane età, ci sono piccoli e grandi episodi di omofobia sia tra gli allievi che nelle famiglie.
Ci sono anche diverse confessioni religiose, come potete ben immaginare, che meritano un profondo rispetto verso i loro usi e costumi così diversi dai nostri; siccome i ragazzi rimangono a mangiare alla mensa della scuola oggi, per esempio, un piccolo battibecco tra un’alunna di religione islamica e due non che la stuzzicavano e la prendevano in giro con questa frase, ripetuta ossessivamente, “lei non può mangiare il maiale” e io che cercavo di sdrammatizzare dicendo che non mi sembrava una cosa importante e che si può vivere bene, da brava vegetariana quale sono, senza maiale e senza carne in genere.

Quello che ti aspetta è un compito difficile, ma tu ami le sfide e sono sicurissima che riuscirai nel tuo intento! Insegnare, ma soprattutto, amare e farti amare.
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sì, cara, anche oggi è stata dura ma affascinante e appagante 🙂
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Un bel compito, stimolante….. farai sicuramente un gran bene a quei piccoli!
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grazie Fausta, me lo auguro 🙂
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La scuola ci dovrebbe dare solo esempi possitivi, anche in campo di integrazione di etnie diverse, invece non è così.
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