Maria d’Avalos d’Aragona di Adele Libero
Appare Maria, al chiaro di luna,
tremando, lei cerca l’amore,
i veli fruscianti, sui tetti danzanti,
brillanti più delle stelle.
….
Un’ansia nel cuore, un magico mai,
d’un sogno appena iniziato,
d’un’alba tradita dal fato,
d’un seno trafitto dall’odio.
…..
Eterna, Maria, la tua angoscia,
che ogni notte consuma
chi guarda per avventura
la tua sfolgorante figura,
ignaro, lui fugge in paura !
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Maria d’Avalos d’Aragona, bellissima donna, a trent’anni già due volte
vedova, sposò nel maggio 1586 suo cugino Carlo Gesualdo, Principe di Venosa.
L’unione, completata dopo poco più di un anno dall’arrivo di un erede,
era tuttavia molto traballante in quanto il Principe Carlo era amante
della musica – fu, infatti, uno dei più importanti musicisti del 600 – e
trascurava la bella moglie. Così essa, frequentando salotti letterari e feste,
incontrò Fabrizio Carafa, duca d’Andria, a sua volta molto attraente.
L’amore non tardò a sbocciare tra i due, che ebbero una relazione di un
paio d’ anni, fin quando il Principe non ne fu messo al corrente. Egli, quindi,
una sera finse di partire per una battuta di caccia ed, invece, appostatosi,
scoprì l’ennesimo incontro tra gli amanti. A questo punto li fece
pugnalare da sicari ed, addirittura, il giorno seguente fece esporre al pubblico,
nudi, i due cadaveri.
Da allora, nelle notti di luna, pare che il fantasma di Maria si aggiri nei
pressi della napoletana Pazza San Domenico, manifestandosi sotto forma
di un’ evanescente figura femminile, avvolta in veli trasparenti.
