“Madri di guerra” di Stefania Silvari
Dovremmo diventar madri
per capire l’assurdità della guerra.
Guardare le macerie
e cercare i brandelli del proprio figlio
potrebbe bastare
per capire.
Provare
per una volta almeno
l’orgoglio di essere madri
per svincolarsi dall’odio
che spinge l’uomo a imbracciare le armi.
Sì dovremmo diventar madri di guerra.
Avere la debolezza delle donne e delle madri
quando cadono sulle ginocchia
sopra coriandoli di vetro
alla vista del figlio inerme
con taglienti lacrime di cristallo sul viso
che affilano le lame del dolore.
Dovremmo essere madri
per aver cura di mani senza vita
e visi di porcellana
per adagiar su di loro stoffe limpide e pulite
e vederne la bellezza immobile.
Dovremmo essere madri
di un figlio morto in guerra
per far sgorgare saggezza
per la vita
per il rispetto
per il dono che viviamo ogni giorno.
Ha vinto il “Premio di tutte le Arti 2013”, in ricordo di tutti i militari italiani deceduti in missioni di pace.
