Iniziativa globale per assicurare che le artiste abbiano popolarità nei musei, di Susan Raab, da me tradotto e rielaborato

Women-at-the-Museum 

La storia delle donne nell’arte è sempre stata tradizionalmente “a pezzettini” nei musei o nelle gallerie. Questo perché poche artiste hanno ottenuto l’accesso e il livello di accettazione e di successo che le loro controparti maschili hanno nel mondo dell’arte dominato dagli uomini.

L’opera delle artiste è stata vietata, bandita e sminuita nelle generazioni passate e perfino ora (molti concorderebbero) sono significativamente sottorappresentate nelle collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.

Infatti il Museo Nazionale delle Donne nelle Arti (NMWA) a Washington D.C, fondato nel 1987, si efinisce come “l’unico grande museo nel mondo dedicato solamente ai contributi creativi delle donne”.

Ma ora Valeria Napoleone, una filantropa e una collezionista d’arte che ha fatto dell’arte delle donne l’unico focus della sua personale collezione da quando ha iniziato negli anni ’90, ha lanciato un progetto globale in collegamento con la Contemporary Art Society a Londra e lo SculptureCenter a New York per tentare di alzare “il punteggio”, il numero delle artiste. Secondo ArtNet News, il nuovo progetto, intitolato “Valeria Napoleone XX”, cercherà di aumentare il numero di commissioni e quello delle artiste nelle collezioni pubbliche”. La prima opera è stata una commissione di Anthea Hamilton dallo SculptureCenter a New York.

“Il progetto britannico vedrà un’opera di una donna artista donato a un museo ogni anno” ArtNet News riferisce.

Per qualificarsi per il progetto britannico le istituzioni devono esaminare le loro collezioni, identificare dove siano carenti di opere di artiste e poi fare domanda per essere candidate alla donazione.

Se sarà scelto il museo ospiterà una mostra dedicata solamente all’artista. “Le istituzioni che sono membri della Contemporary Art Society e sono interessate al progetto possono fare domanda al CAS e a Valeria Napoleone per essere prese in considerazione dall’aprile 2016”.

C’è un sacco di lavoro da fare per ottenere la parità come evidenziato dalle statistiche sul sito del National Museum of Women in the Arts. Riferiscono che mentre il 51% dei “visual artists” oggi sono donne e le donne guadagnano la metà del MFA garantito negli USA solo un quarto delle mostre personali nelle gallerie di Los Angeles e New York sono di donne.

In Europa alla Biennale di Venezia l’edizione del 2009 ha visto il 43% di donne ma nel 2013 e 2014 le cifre sono crollate a soltanto il 26% e il 33% rispettivamente.

“Le collezioni dei musei necessariamente riflettono gli squilibri storici di genere e il 20esimo e 21esimo secolo hanno visto molte più artiste ottenere riconoscimenti internazionali” ha detto Caroline Douglas, direttrice della Contemporary Art Society “Ma c’è ancora lavoro da fare. Nell’unire le nostre forze con Valeria Napoleone abbiamo un’opportunità unica di aiutare in modo proattivo i membri del nostro museo a costruire collezioni che riflettano accuratamente la diversità di grandi opere prodotte da artisti/e viventi”.

La direttrice del NMWA, Susan Sterling, concorda aggiungendo “Le donne nelle arti ricevono riconoscimenti più di quanto siano abituate ma guardate soltanto le aste invernali a Londra e vedrete che abbiamo ancora tanta strada da fare: nessuno dei pezzi top 100 erano di donne artiste”.

http://nonprofitquarterly.org/2015/06/19/global-initiative-to-ensure-women-artists-gain-traction-in-museums/