“Il filo di Arianna” di Marisa Carlà, antologia per la scuola media, 2° volume, Palumbo editore
Nelle varie scuole, medie e superiori, in cui mi è capitato d’insegnare in questi quattro anni mi è sempre piaciuto dare un’occhiata, nei ritagli di tempo quando mi capita di stare in sala docenti, ai tanti libri di testo di italiano e storia lasciati sugli scaffali dagli anni precedenti per vedere quante donne ne facciano parte.
Questa mattina ha colpito la mia attenzione in modo decisamente positivo il volume 2 di un’antologia creata da una donna, Marisa Carlà, il cui titolo è “Il filo di Arianna” edito dalla Palumbo nel 2010.
Prima di elencarvi quante e quali donne siano citate, alcune note altre meno ma comunque tante rispetto ad altri testi simili da me consultati, vorrei dirvi quale sia, secondo me, il valore aggiunto, la cifra distintiva di quest’antologia: alla fine la curatrice ha posto un dizionario assolutamente alternativo perché ha abbinato ogni lettera dell’alfabeto italiano a un concetto “importante” per ognuno dei quali ha scelto un racconto che lo illustri ancora meglio.
Ecco i 21 abbinamenti, mi sembra giusto dirveli tutti.
Primo volume:
- A come Altruismo
- B come Bene
- C come Colpa
- D come Desideri
- E come Esclusione
- F come Felicità
- G come gratitudine
Secondo volume:
- I come Intolleranza
- L come Legalità
- M come malvagità
- N come Non Violenza
- O come Onestà
- P come Pregiudizio
Terzo volume:
- Q come qualità
- R come Razzismo
- S come Solidarietà
- T come Tolleranza
- U come Uguaglianza
- V come Violenza
- Z come Zelo
Ed ecco chi sono le autrici scelte da Carlà per le sette sezioni in cui è suddivisa l’antologia:
- J. K. Rowling
- Ursula K. Le Gun
- Anna Dankovceva
- Elena Loewenthal
- Teresa Buongiorno
- Frances Hodgson Burnett
- Bianca Pitzorno
- Anna Brashares
- Helen Dunmore
- Simone de Beauvoir
- Tiziana Bottazzo
- Paola Zannoner
- Angela Ragusa
- Fiona May
- Joanne Horniman
- Susie Morgenstern
- Galila Ron – Feder
- Doris Lessing
- Emily Dickinson
- Angela Nanetti
- Beatrice Masini
- Silvia Roncaglia
- Lalla Romano
- Stefania Mancini
- Milena Dominici
- Laura Grimaldi
- Paula Fox
- Anna Jurgen
- Ana Tortajada
- Silvia Montevecchi
- Elisabeth Burgos

I meandri della Rete mi hanno portata qui per caso e ritrovo Marisa attraverso una sua opera.
Sapientissima e preparata insegnante di lettere, ebbi l’onore di averla come prof.ssa una ventina di anni fa. Quanti ricordi riaffiorano sulla superficie del tempo passato…
Marisa, quando era volenterosa, era un’insegnante eccellente. Spiegava, entrava nel merito dell’argomento, commentava testi e ci insegnava a comprenderli. Non dimenticava nemmeno argomenti attuali che un po’ uscivano dal programma “imposto” dalla scuola ma che sicuramente era doveroso affrontare.
Tuttavia questi momenti di “volontà” non erano frequenti e ne ricordo ben pochi.
Ella voleva fare tutto. E intendo tutto-tutto. L’analisi dei film, la lettura dei quotidiani in classe con commento di vari articoli, la scrittura degli stessi da parte nostra, le conferenze di certi critici letterari sicuramente fuori dalla portata di quindicenni di istituto tecnico (cioè noi studenti all’epoca), il teatro, altre conferenze di personaggi impegnati politicamente o socialmente, la storia contemporanea (nemmeno affrontava quella del passato…), l’incontro con scrittori di vari libri usciti a quei tempi e ricordo addirittura l’intenzione di una “passeggiata in bicicletta per la città sulle orme di un certo e importante scrittore originario dei nostri luoghi (non effettuata, naturalmente).
Non sto esagerando, quanto ho scritto è vero e reale.
Non è necessario specificare che quasi nessuna di queste intenzioni è stata portata a termine. Iniziate sì, quasi tutte, con l’acquisto (obbligato) di libri aggiuntivi usati una sola volta (ritrovati dopo vent’anni pressochè intonsi, e non perchè non studiassi!), di romanzi da leggere e mai commentati in classe, con l’introduzione alla tale conferenza mai ripresa dopo il suo ascolto, con compiti svolti ma non corretti o restituiti frettolosamente privi di commento dell’insegnante.
E i compiti in classe? Altri cari ricordi: ella arrivava solitamente in ritardo (poichè aveva moltissimi altri impegni e per fortuna che la telefonia mobile, al tempo, non esisteva!) e spesso e volentieri improvvisava titoli per i temi lì per lì, attingendo dagli argomenti, letterari o non, discussi (o quanto meno visti e sentiti) nelle settimane precedenti. Ne ricordo uno che forse conservo ancora in un vecchio diario che purtroppo non ho sotto mano ora: totalmente sgrammaticato, con sintassi dissestata che anche a leggerlo 50 volte non si riusciva a capire cosa volesse dire.
Sulla correzione dei medesimi non mi soffermo, ma i voti parevano dati più o meno a caso.
Eppure, Marisa è rimasta nei miei ricordi piacevoli. Non l’ho più incontrata in città ma non mi preoccupo: è impegnatissima e sarebbe improbabile vederla in un caffè del centro alle 16. Ho visto che ha pubblicato vari testi scolastici in cui ha riversato la sua ampia conoscenza e mi auguro che questi siano più utili agli studenti di quanto i suoi insegnamenti diretti furono per me.
Cordialmente.
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