“Pompei” di Adele Libero
Da più di mille anni dormivi,
la cenere in bocca e nelle nari,
tu che la sera diventavi triste
e lanciavi saluti ai marinai.
…
Laggiù nel porto andavano le barche
nel quieto pomeriggio dell’agosto,
forse il tuo amor tornava, o forse mai,
le lacrime negli occhi avevan posto.
…
Ma l’abbandono vero fu improvviso,
un attimo e un tuono gigantesco
fermò i cuori di Pompei regina
e più nessuno d’aria trovò un nesso.
…
E pure tu, fanciulla pompeiana,
ancora con la tunica innocente,
cercasti il filo d’aria, disperata,
ma lì peristi, oppressa dalla gente.
…
Ed ora che riemergi dal tuo sonno,
immagino quel gesto disperato:
il tuo coprirti il viso così bello,
pensando a quell’amor tanto sognato.
