“Pompei” di Adele Libero

pompei

 

Da più di mille anni dormivi,

la cenere in bocca e nelle nari,

tu che la sera diventavi triste

e lanciavi saluti ai marinai.

Laggiù nel porto andavano le barche

nel quieto pomeriggio dell’agosto,

forse il tuo amor tornava, o forse mai,

le lacrime negli occhi avevan posto.

Ma l’abbandono vero fu improvviso,

un attimo e un tuono gigantesco

fermò i cuori di Pompei regina

e più nessuno d’aria trovò un nesso.

E pure tu, fanciulla pompeiana,

ancora con la tunica innocente,

cercasti il filo d’aria, disperata,

ma lì peristi, oppressa dalla gente.

Ed ora che riemergi dal tuo sonno,

immagino quel gesto disperato:

il tuo coprirti il viso così bello,

pensando a quell’amor tanto sognato.