“Nuvole che corrono – Schiavi senza catene” di Santina Gullotto, recensione di Adele Libero

E’ un libro molto speciale, un saggio sui problemi della società, accompagnato da poesie che punteggiano e addolciscono di quando in quando i contenuti.
Santina Gullotto tratteggia i principali problemi del nostro Paese, visti da una donna che ha mille pensieri e preoccupazioni per la sua famiglia. Una società caratterizzata dalla grande difficoltà di reperire e mantenere un lavoro che dia mezzi finanziari sufficienti per sostenersi in modo da soddisfare quei bisogni ai quali la stessa società ci ha abituati. E questo obiettivo spesso viene mancato, e i giovani hanno problemi ad inserirsi dopo gli studi e a volte cadono nel trappola della droga, la famiglia è oberata da troppe tasse che succhiano le energie vitali. I governanti promettono un futuro migliore, che non arriva mai e si guardano bene dal diminuire le tasse ai poveracci.
Tra i problemi esistenziali non manca, purtroppo, la malattia, quella più grave, vista come un mostro che dilania il corpo, ma soprattutto l’anima ed è vissuta nel tormento della solitudine, della poca comprensione da parte di chi ci ama e ci dovrebbe dare tanto conforto.
Un malattia, spesso, figlia degli errori dell’Uomo che inquina il nostro Pianeta lasciandoci un ambiente malsano per tutti.
Ho molto apprezzato, infine, l’ultima parte del libro, incentrata sulla vita dell’autrice, sui suoi ricordi che corrono, insieme alle nuvole nel cielo e spaziano nel tempo, andando avanti ed indietro. E’ una sezione molto bella, accompagnata da molte poesie che sanno affabulare e catturare l’attenzione sui lati più importanti della nostra esistenza.
I suoi temi sono le storie passate: il calore della casa, l’affetto del proprio cane, i gattini abbandonati, le belle giornate di mare. Ci sono anche, a fare da contraltare, i problemi attuali che la vita non fa mancare e di fronte ai quali il coraggio da solo non basta. Infatti Santina Gullotto ha un’arma magica contro le sue terrene peripezie. Si tratta della Fede. Lei scrive “Se riesci ancora a cogliere in quel filo d’erba la potenza della vita e della creazione e se nella goccia di rugiada vedi brillare la luce preziosa di un diamante, se nel sole vedi l’oro giallo e riesci a tenerlo con te come un gioiello prezioso da indossare, sarai ancora capace di vedere il bene e di ospitarlo nel tuo cuore.”
E’ questa fede che permea tutta l’opera di Santina ed il lettore la percepisce e l’accoglie nel suo animo.