“Tango per la libertà” di Adele Libero

Si è conclusa ieri sera la fiction in due puntate “Tango per la libertà”, trasmessa da Rai Uno. Si è trattato della versione romanzata delle atrocità commesse durante la dittatura di Videla in Argentina negli anni ’70/80.
L’opera, molto commovente, si è soffermata, tramite le vicende di un vice-console italiano e della sua amata, una nota cantante argentina, sul regime di terrore voluto dalla giunta militare, che trattava i dissidenti, o perlomeno quelli ritenuti tali, con rapimenti segreti, mesi di detenzione e torture e si concludeva il più delle volte con l’uccisione e la sparizione dei corpi di questi poveri disgraziati. Il tutto nel massimo segreto e senza mai informare le famiglie dei rapiti.
Ottima la prestazione artistica dei protagonisti della fiction, tra i quali Alessandro Preziosi, Rocio Munoz Morales, Giorgio Marchesi e Anna Valle. Avvincente il ritmo ed il susseguirsi degli avvenimenti, insistente la colonna sonora, un tango argentino bellissimo, spesso anche ballato e cantato in situazioni terribili.
Molte le scene drammatiche e commoventi, soprattutto quella dei “voli della morte”, cioè viaggi aerei mediante i quali il regime si “liberava” dei cadaveri dei condannati gettandoli nell’oceano, o quella del parto di una prigioniera, alla quale veniva subito strappato il neonato per “regalarlo” ad una coppia importante che lo prendeva in adozione.
Dopo il recente film sulla vita del Papa Bergoglio, che narra anch’essa le vicende in questione ed il comportamento eroico del nostro Pontefice in quegli anni, è stata questa la seconda volta che ho avuto davvero contezza di quello che è successo non nella seconda guerra mondiale, ma in un periodo storico molto più vicino, che ho vissuto e durante il quale ho ignorato quello che accadeva in un paese così bello e caro all’Italia per la presenza di tanti connazionali emigrati.
Anche parecchi di loro sono stati, purtroppo, trattati così e nulla poteva il nostro Governo, che forse però aveva una qualche conoscenza di quello che succedeva, ma per motivi diplomatici e di realpolitik forse non si è interessato a sufficienza, come, probabilmente, il resto del mondo.
E’ giusto che oggi vengano alla luce con prepotenza queste atrocità, come quelle avvenute nei lager nazisti, ma è possibile che non ci si possa mai por rimedio per tempo?
E, comunque, teniamo sempre ben in conto la libertà, un valore che spesso diamo per scontato, ma che scontato non è. Bastano poche persone per costringere tutto un popolo al terrore, alla perdita della identità e della libertà. Per questo non abbassiamo mai la guardia, stiamo attenti, non ci pieghiamo anche a subdole complicità o connivenze col potere, che a volte ci lascia liberi solo esternamente, ma si prende la nostra dignità, ci compra con la promessa di soddisfare i nostri bisogni più elementari, quali il diritto al lavoro, alla casa, alla libertà.