“Notturno” di Adele Libero

M’aprivo a te nel fiore della notte,
qual gelsomino intenso ed ammaliante,
le braccia circondavano le stelle,
fremendo a un suono d’arpa inconsistente.
…
Di giorno questo amore si perdeva
tra le montagne delle incomprensioni,
in volti opachi, fissi nelle ciglia,
in liti alte com’onde superbe.
…
La sera, poi, slegava le contese
e ci avvitava in un abbraccio caldo:
dov’ero io, dov’era quel confine
che dell’amore ignorava l’alba ?