Piedimonte Matese, di Adele Libero

Qui si respira Storia,
s’inerpica per le tue case,
nel flusso del Torano, che vide…
gli avi inchiodati alle mura:
Sanniti, romani, aragonesi,
Borboni.
Ancora s’innalza il dolore,
di assedi e di guerre passate,
di notti d’angoscia nel buio,
sospiri di paura!
Fontane tacevano, attente
a non far rumore.
Un passo nemico, potente,
portava un morire.
Ma ecco campane,
gridar fino al monte ch’è Muto
e al lago Matese
le feste dei giorni felici.
E fu primavera perenne,
tra faggi e cipressi,
tra aquile e falchi e cicogne,
profumi di viole e orchidee,
natura dipinse solenne.