accadde così, di Adele Libero

Fuggiva il greve canto dell’inverno
e già il fior di maggio era alle porte
come una ruota che del ciclo eterno
ha cime che son poi sempre più corte.

E tu, o madre, andavi nell’eterno
coi passi lievi che ti dette sorte,
lasciando noi in quel buio inferno
e il cuore che più non batteva forte.

Fu quella sera che restasti zitta
e ci guardasti con la tenerezza
mentre nel petto avevi quella fitta

amara che neanche la dolcezza
riuscì a smorzare. E tu ormai sconfitta
gettasti noi in grande amarezza.