dove stiamo andando, di Loredana De Vita

Penso che questa sia una domanda importante che ognuno dovrebbe porsi: dove stiamo andando?
Nella pretesa di muoversi liberamente perché il mondo ci appartiene, ci siamo chiusi nella prigione del peggior malcontento che avremmo potuto causare: la paura.
Paura di tutti e di tutto. I confini aperti in cui credevamo sopravvivono solo nella memoria di quei pochi idealisti che continuano ancora a percorrere il sentiero nudo delle coscienze, sebbene tutto ciò che li circonda sembri trascinare la loro forza nel tentativo di ingoiarli nelle sue sabbie mobili.
Dove stiamo andando, allora? È ancora possibile, negli anni 2020, pensare che la violenza possa essere la misura del potere che esercitiamo sugli altri? Sì, lo è, i fatti ci dicono questo, è orribile, ma è un dato di fatto!
Dove stiamo andando? Abbiamo già dimenticato il piacere di essere buoni che è diventato il motto di questi giorni di celebrazioni?
La verità è che siamo ciò che siamo e non è una celebrazione che può cambiare il modo in cui siamo, anche se quei famosi idealisti, io sono tra questi, continuano a sperare che possano vedere realizzato quel sogno di pace dove nessuna persona debba avere paura degli altri, dove nessuna azione è seguita da una reazione pericolosa perché ogni azione è per il meglio e non per il peggio.
Dove stiamo andando? Non mi piace questo posto di falsità, non posso sopportare la superficialità usata per ferire gli altri, non riesco a capire il motivo per cui provocare risentimento e altra violenza.
Dove stiamo andando? Per favore, uniamoci da tutto il mondo per fermare pacificamente questa violenza e odio senza ragione! Per favore, intellettuali e non intellettuali, artisti e non artisti, persone elevate e persone comuni, sposiamo la causa della pace,del futuro dei nostri giovani e del presente per tutti! Per favore, uniamo le nostre voci, perché ogni voce è una voce che merita di essere ascoltata e ripetuta.
Dove stiamo andando? Per favore, io voglio vivere qui e ovunque con tutti voi!
“dove stiamo andando?”….da quello che vediamo e sentiamo ogni giorno, stiamo andando verso un permissivismo, una mancata certezza della pena che lo Stato avalla tranquillamente. Se oggi viene arrestato un rapinatore, uno scippatore…viene giudicato per direttissima e dopo qualche giorno tornerà allo stesso posto per delinquere. Se viene commesso un omicidio stradale, il responsabile viene posto agli arresti domiciliari (pensiamo alle due ragazze di Roma) e di sicuro non farà un solo giorno di prigione.
Se pensiamo ancora che in queste ore il responsabile assassino della “Uno bianca” potrà godere di un permesso-premio per buona condotta, ci fa rivoltare le nostre coscienze e quelle dei familiari delle sue vittime.
Potremmo andare avanti ancora con altri esempi lampanti….ma alla base di tutto c’è sempre quella mancanza di “certezza della pena” e un eccessivo garantismo che autorizza a delinquere.
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