corpi, di Loredana De Vita

Bodies

Corpi
come fagotti abbandonati
sprofondati nell’oceano del no-sense.
Corpi
avvinghiati all’ultimo respiro,
a un sorriso, a una lacrima,
a una mano alzata per implorare aiuto,
una mano che è l’ultimo addio
alla luce, all’aria, al caldo e al freddo
alla vita che passa
all’amato che resta
al sogno di non essere dimenticati
allo sguardo che si accomiata dal mondo
e nelle tenebre stringe
e opprime e soffoca la voce non udita.
Corpi
come sassi lanciati nel mare
abbandonati sulla sabbia alla riva
confusi nella notte del dolore
sprofondati nel silenzio che li accompagna.
Corpi
svuotati dei desideri
annichiliti nella speranza
denudati del loro mistero.
Corpi
abbracciati o solitari
urlanti al vuoto il diritto non ascoltato.
Corpi
che piangono del nostro silenzio,
che sorridono della nostra ignoranza.
Corpi
abbandonati nel vuoto
sospesi nello scontento di un destino pietrificato.
Corpi
come macchie dell’indifferenza
come ombre slabbrate
senza profilo né consistenza.
Corpi
come il mio che annego
nel dolore dell’umanità mancata
e nelle lacrime di dissenso
per ogni uomo
che ha mancato di essere Uomo
giocando con il destino degli afflitti,
violando l’innocenza dei fragili,
tradendo il comune destino e diritto alla vita.

l.d.v. (pensando al dolore di cui comunque siamo responsabili)