Mare mosso, di Francesco Musolino, edizioni e/o 2022, recensione di Daniela Domenici

Sì, ogni storia che si scrive è un viaggio in mare aperto, soprattutto questa. Tutto è iniziato con un racconto a voce approdando fino alla pagina scritta, tenendo per mano alcuni autori amatissimi e prendendo il largo…” ho preso in prestito le prime parole di Musolino, giornalista e scrittore siciliano, tratte dai suoi ringraziamenti finali per iniziare questa mia recensione al suo libro perché durante un viaggio in mare aperto, la notte di Natale del 1981 (anno di nascita dell’autore), per salvare una nave in avaria, che ha lanciato un SOS, e il suo carico di seicento tonnellate di pesce surgelato, sulla costa occidentale della Sardegna, il principale protagonista, Achille, un ingegnere navale, il capo della squadra di soccorso, ci fa rivivere, con accurati e dosati flashback temporali e geografici, il suo personale, privato “mare mosso”, le motivazioni che lo hanno portato a essere lì in quel momento dalla Sicilia a Livorno passando per Venezia.

Il salvataggio della nave turca, problematico, avventuroso, pieno di intoppi e di emergenze da risolvere in tempo reale, “ispirato a un’impresa realmente accaduta al largo del mar di Sardegna” e rivisitato e arricchito da Musolino, è una sorta di “noir mediterraneo” che racconta “traffici d’armi, stupefacenti, amicizie coraggiose e nemici senza scrupoli” e che ci tiene con il fiato sospeso fino alle ultime pagine sperando in un lieto fine…ma il mare è sempre, purtroppo, molto mosso per il protagonista…

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