Come d’aria, di Ada D’Adamo, Lit edizioni 2023, recensione di Daniela Domenici

Anche se Ada non potrà leggere queste mie parole spero che, comunque, le arrivino lassù, la abbraccino e la facciano sorridere perché è riuscita a regalarmi ineffabili emozioni, struggente commozione e infinita tenerezza con il suo “Come d’aria” con il quale, per la cronaca, ha vinto il premio Strega post mortem, pochi giorni dopo che ci aveva lasciato per un tumore contro cui ha combattuto con caparbio coraggio.

Il titolo del libro è un dolce gioco di parole con il nome di sua figlia Daria, nata con una gravissima patologia, figlia amatissima, “sei Daria, sei d’aria…sarai d’aria”; Ada si racconta senza filtri sia per quel che riguarda la disabilità di Daria e la vita che le gira intorno che, poi, per il tumore che la colpisce e la mette al tappeto, lei che era stata una danzatrice e sulla danza ha scritto vari saggi.

Stupendo lo stile narrativo fatto di frasi brevi, incisive, talvolta lapidarie, che vanno dirette al cuore e sono intrise e colorate di pazienza, accoglienza e tanto amore sia verso sua figlia Daria che per suo marito Alfredo a cui il libro è dedicato “piano piano io e il babbo ci siamo disciolti in te, fusi in un unico corpo combattente armato. Come il mio nome che contiene le iniziali dei nostri tre. E tu sei al centro, la consonante che unisce due vocali e fa il nome, l’identità”: ciao Ada e grazie!