memorie d’artiste, cento anni dopo, Anna Palm De Rosa, di Livia Capasso

Memorie d’artiste. Cento anni dopo. Anna Palm De Rosa 

Nel centenario della sua morte vogliamo ricordare Anna Sofia Palm de Rosa, nata a Stoccolma il giorno di Natale del 1859 e morta il 2 maggio 1924 a Sant’Anastasia (NA), pittrice famosa per i suoi acquerelli di battelli a vapore e barche a vela, paesaggi marini e scene di vita quotidiana, caratterizzate da una notevole attenzione per la luce e il colore.
Padrona di una solida tecnica accademica, ricca di influenze impressioniste, rivela nelle sue opere grande abilità nel catturare i riflessi della luce sull’acqua e le sfumature del cielo. La sua vita cosmopolita, divisa tra la Svezia, la Francia, la Danimarca e l’Italia, ha favorito le sue molteplici conoscenze nel mondo dell’arte, consentendole di percorrere una vasta gamma di esperienze.

Figlia di un pittore paesaggista, Gustaf Wilhelm Palm, professore alla Scuola di disegno che preparava gli studenti per l’Accademia reale svedese d’arte, e di Eva Sandberg, figlia a sua volta di un altro pittore, Johan Gustaf Sandberg, Anna, appassionata alle arti fin dalla giovane età, ricevette lezioni private dal padre durante l’adolescenza. La casa di famiglia a Stoccolma, luogo d’incontro di tanti amici artisti, che spesso erano anche allievi del padre, fungeva da centro per la comunità artistica della città e ha promosso la sua crescita artistica. Continuò gli studi con Edvard Perséus, un importante pittore accademico svedese, mostrando per la rappresentazione del paesaggio e delle scene marittime un interesse che avrebbe caratterizzato gran parte della sua carriera artistica. Le opere di Anna Palm de Rosa, infatti, sono principalmente paesaggi e soprattutto vedute di Stoccolma, che ritraggono la città in diverse stagioni e condizioni atmosferiche.

Nel 1885, durante un viaggio in Danimarca, trascorse l’estate con i pittori di Skagen, un gruppo di artisti non lontano dall’impressionismo, e qui dipinse uno sei suoi quadri più famosi, Un gioco di L’hombre al Brøndums Hotel, una memorabile partita a carte al Brøndums Hotel di Skagen.

Proseguì i suoi studi ad Anversa sotto la guida di Romain Steppe, pittore di paesaggi e marine. Dopo un soggiorno a Parigi, si trasferì a Copenaghen e dal 1889 al 1891 insegnò presso la locale Accademia delle belle arti. In questo periodo cominciò ad avere grande popolarità con i suoi acquerelli di scene marine e piccole vedute della città di Stoccolma, molto richieste come souvenir dai turisti. Firmò, insieme ad altri artisti, una lettera in cui si chiedevano cambiamenti radicali nell’insegnamento dell’Accademia svedese considerato ormai obsoleto. Ebbe però l’opportunità di esporre all’Accademia e dal 1889 al 1891 vi insegnò pittura ad acquerello. È stata anche componente dell’associazione di artiste svedesi, Svenska konstnärinnor, insieme a Eva Bonnier, Hanna Pauli e Mina Carlson-Bredberg.

Alla vigilia di Capodanno del 1895, all’età di trentasei anni, lasciò la Svezia e non vi fece più ritorno. Dopo aver trascorso un anno a Parigi, si trasferì in Italia; a Capri conobbe Alfredo de Rosa, tenente di fanteria che sposò nel 1901 a Parigi. Qualche anno dopo nacque il figlio Francesco. La coppia visse prima a Capri, poi in varie località e alla fine si stabilì a Madonna dell’Arco, quartiere di Sant’Anastasia, nei pressi di Napoli. Il suo trasferimento però non spezzò i suoi legami con Stoccolma e Anna continuò a dipingere i panorami della sua città di origine, il castello, il palazzo reale, l’Opera House, probabilmente utilizzando fotografie ricevute dalla Svezia come base per i suoi dipinti.

La sua produzione artistica di questo periodo risentiva di nostalgia del suo paese, ma anche di aspettative per la sua nuova vita in Italia.
Un’altra sua opera celebre, realizzata un anno dopo il matrimonio, è Skijoring, un acquerello di grandi dimensioni con una scena invernale ricca di dettagli, forse la prima rappresentazione grafica dello Skijöring, uno sport in cui le persone vengono trainate con gli sci da un cavallo.

A differenza dei soliti paesaggi urbani di Stoccolma, comuni nella produzione artistica di Anna, questa scena è una rara testimonianza di uno degli sport invernali più praticati all’epoca. La composizione del dipinto mostra un paesaggio sereno e innevato, immerso nella morbida luce del tramonto.

Il trasferimento in Italia segnò un punto di svolta nella sua carriera artistica. Anna trovò nuova ispirazione nei paesaggi mediterranei, e ampliò il suo repertorio con vedute di Capri, Napoli e altre località costiere. I suoi dipinti italiani sono caratterizzati da una luminosità più accentuata e da una tavolozza cromatica più calda, espressione del clima e della luce mediterranea, così diversa da quella nordica.

Durante la prima guerra mondiale, suo marito fu richiamato alle armi, e il compito di provvedere alla famiglia diede nuovo impulso alla creatività di Anna che riprese a produrre acquerelli destinati a divenire cartoline. Si specializzò sempre più nella realizzazione di varie vedute di Stoccolma ma anche in cartoline natalizie e in cartoline di genere, cioè scene popolari della vita nelle aree rurali del Dalarna, nella Svezia centrale, della Lapponia ma anche dell’Italia e della Francia. Anna divenne estremamente produttiva soprattutto nel periodo che trascorse a Baia, nel Golfo di Napoli. Dopo la guerra cominciò ad avere problemi di salute che la portarono alla morte nel maggio del 1924.

Il suo stile risulta come una combinazione di realismo e impressionismo. Precisione nei dettagli, equilibrio nella composizione, derivanti dalla sua solida formazione accademica, si accompagnano a una tavolozza ricca e varia e a un’attenzione particolare agli effetti atmosferici, di influenza impressionista. La sua abilità nel catturare le diverse condizioni atmosferiche, dalle giornate di sole splendente alle nebbie mattutine, ai paesaggi innevati, conferisce ai suoi dipinti un senso di vivo realismo.
Partecipò a numerose esposizioni sia in Svezia che all’estero, dall’Accademia svedese di belle arti alla sua ultima mostra alla Baltic Exhibition di Malmö nel 1914, guadagnandosi una reputazione come una delle principali pittrici svedesi del suo tempo.
Le sue opere sono presenti in diversi musei, dal Museo Nazionale di Stoccolma al Museo d’Arte di Göteborg e all’Università di Uppsala, nonché nei musei di Norrköping e Helsinki.