fabbricante di lacrime, di Erin Doom, recensione di Loredana De Vita

“Fabbricante di lacrime” (Salani, 2021) è un romanzo di Erin Doom che affronta un tema complesso come la vita di due ragazzi, Nica e Rigel, che hanno vissuto in orfanotrofio e il difficile inserimento in una vita fuori di esso.
È un romanzo scorrevole, anche nelle parti più complesse, qualche volta un po’ prolisso al punto da sembrare ripetitivo, ma credo sia una tecnica dell’autrice per tenere stretto il lettore sul tema principale del riconoscimento di sé necessario per ritrovarsi nella vita in mezzo agli soprattutto quando la propria vita è segnata profondamente.
Nica e Rigel, infatti, insieme a tanti altri bambini orfani o abbandonati affidati al “Grave” (“la tomba”, come chiamano l’orfanatrofio in cui vivono, e già questo è simbolico del trattamento ricevuto)non è un luogo piacevole in cui crescere, soprattutto perché la prima istitutrice che avrebbe dovuto aver cura di loro li ha invece vessati, molestati, torturati con violenza e cattiveria nella presunzione di averne da una parte il diritto, dall’altra godendo della certezza del silenzio dei bambini soggiogati dalla paura. Anche questa vicenda si risolverà grazie a Peter, il più succube dei bambini, che troverà il coraggio di denunciare.
I protagonisti principali sono comunque Nica e Rigel, la falena e la stella, diversi ma uguali, entrambi “rotti” come dice spesso Nica, entrambi sofferenti e modificati dalla vita nell’istituto, entrambi con una ragione per liberarsi dal passato e guardare avanti. Una ragione che ciascuno ripone soprattutto nell’altra.
Amici/nemici, Nica e Rigel non possono fare a meno l’una dell’altro; opposti per temperamento custodiscono un dolore profondo che nn si può svelare qui perché tocca al lettore percorrerne tutte le cicatrici.
“Fabbricante di lacrime” di Erin Doom è indubbiamente un romanzo di formazione, rivolto a tutti ma soprattutto ai più giovani, ma è anche un invito a non perdere il coraggio, a trovare la propria luce anche oltre il dolore, la rabbia, l’odio.