Due brave sorelle, di Jean Potts, traduzione di Paola De Camillis Thomas, edizioni Le Assassine 2025, recensione di Daniela Domenici

Un altro splendido giallo nella collana Vintage delle edizioni Le Assassine che pubblica solo donne gialliste straniere, contemporanee e non, come l’americana Jean Potts, autrice di questo formidabile thriller, perfettamente tradotto da Paola De Camillis Thomas, che si legge in un soffio.

La scrittrice Letizia Vicidomini, a conclusione della sua arricchente prefazione, scrive “In questo romanzo i personaggi-insetti si muovono frenetici dentro un piccolo mondo fatto di percorsi obbligati, un labirinto nel quale è facile perdersi e perdere il controllo. Non si torna indietro da certe svolte del tracciato, bisogna andare unicamente nella direzione che porta al disastro. Siamo spinti dall’urgenza di sapere dove si andrà a finire, foss’anche all’inferno, incalzati dal desiderio cattivo che pretende di essere esaudito. Però poi ci sono “le deliziose facce dei fiori” che continuano ad “assentire allegramente senza capire” come noi, di nuovo ribaltati e confusi dall’evolversi dei fatti sino all’epilogo, in balia della pirotecnica scrittura di una vera maestra della letteratura nera” e mi trova assolutamente concorde perché questa scrittrice americana che non conoscevo, vissuta tra il 1910 e il 1999, è davvero una maestra della letteratura nera.

Qui è riuscita a immaginare due sorelle (il “brave” del titolo è un perfetto eufemismo perché non lo sono per niente), Lucy e Marscia, che vivono con il padre, un medico, chiamato Sua Altezza dalle figlie che subiscono il suo comportamento dittatoriale. Da questo input nascono una serie di continui colpi di scena, omicidi mai commessi, un incidente non del tutto chiaro, un diario e una lettera compromettenti, che rendono la trama “pirotecnica” come ben la definisce Vicidomini; nei tanti intrighi vengono coinvolte due vicine, la signora Travers e la signora Sully, il tuttofare Hansen e il fotografo Chuck che concorrono, ognuno a modo proprio, a portare la storia verso un epilogo assolutamente inatteso: standing ovation!