Stella Bowen, di Livia Capasso

L’australiana Stella Bowen, che oggi viene ricordata in particolare per i suoi dipinti di guerra, dopo aver incontrato l’unico e solo amore della sua vita, il romanziere Ford Madox Ford, un uomo sposato, di quasi vent’anni più grande di lei, lasciò che la sua arte passasse in secondo piano, e dopo aver dato alla luce la loro figlia, scoprì che la maternità e l’essere compagna di un importante scrittore avevano la precedenza. Eppure la sua visione artistica è individuale e personale, con la sua preferenza per il figurativo e in particolare per i ritratti e gli interni.
Esther (Stella) Bowen nacque il 16 maggio 1893 a North Adelaide. La sua passione per l’arte si sviluppò fin da piccola, quando iniziò la sua formazione artistica con Margaret Preston. Ci sono rimaste poche opere di questo periodo che forniscono prova della sua passione giovanile, tra cui un piccolo dipinto con Rose e un bollitore.

All’inizio del 1914, dopo la morte della madre, che l’aveva fortemente scoraggiata dal perseguire una carriera artistica, con una piccola indennità dal patrimonio dei suoi genitori, salpò per l’Inghilterra, alla ricerca della sua personale forma di espressione visiva. Lasciando una città australiana di provincia, ampliò i suoi orizzonti, rompendo tutte le convenzioni sociali che le erano state imposte in precedenza.
A Londra si iscrisse alla Westminster School of Art, dove l’artista Walter Sickert le insegnò a essere più spontanea nella sua arte e a sviluppare uno stile individuale.
Intanto, nonostante la guerra, con le amiche andava alle feste, passeggiava nei Kew Gardens e socializzava nei bar, nei club e nei ristoranti. Poi il poeta americano Ezra Pound la introdusse nei circoli letterari e artistici londinesi, dove nel 1917 incontrò il romanziere Ford Madox Ford. Qualche anno dopo andò a vivere con lui in un cottage nel Sussex, dove Ford si era ritirato in cerca di un posto tranquillo dove scrivere.
Nel primo ritratto di Ford, datato 1920, il volto del romanziere, che ha uno scialle verde sulle spalle, è reso con piccole pennellate e uno stile vigoroso, lo stesso stile che Bowen ha usato anche in un piccolo ritratto del suo amico Raymond Postgate nel 1922, dove il giovane è seduto col suo vestito sgualcito, mentre fuma la pipa su uno sfondo di giornali.

Verso la fine del 1922, la coppia, grazie all’offerta di un amico, si trasferì in una casa di campagna a Villefranche, Cap Ferrat, nel sud della Francia. Dopo il grigiore umido della vita in Inghilterra, Bowen poteva godere di un clima più mite, e si dilettava a dipingere il mare blu, le spiagge, la lussureggiante vegetazione immersa nella luce del sole.

Un viaggio nell’Italia centrale nel marzo 1923, per un periodo di tre settimane, le fece scoprire la composizione formale dei maestri italiani Giotto, Piero della Francesca e Botticelli.
La famiglia si trasferì poi a Parigi, dove la relazione tra Ford e Bowen iniziò a deteriorarsi. Nel 1926 Ford intraprese un tour di conferenze in America e fu in questo periodo che Bowen cominciò la ricerca della sua identità come artista che affronta la vita da madre single. Dipinse ritratti di familiari e amici, dove realizza sempre un’eccezionale somiglianza, ma anche nature morte, nudi e interni. In un ritratto del 1923 Ford è vestito con un completo scuro, ha una carnagione rubiconda e il labbro cadente, risultato di un’esplosione che lo aveva gettato a terra durante la guerra. Del ritratto del 1927, in cui Ford è intento a un gioco di pazienza, i capelli chiari, gli occhi azzurri, la bocca aperta, lo stesso Ford fu soddisfatto e si congratulò con l’artista.



In Ponte ad Avignone del 1926, fece uso di una tavolozza chiara. In Nudo sdraiato la tenda rossa, i capelli neri che incorniciano la testa, la lussuosa trapunta, le curve sensuali, languide e allungate ricordano Matisse e Modigliani.


In questo periodo Bowen dipinse anche sua figlia, Julia, 1928, ritratta come una bambina con amore e un alto grado di abilità tecnica. L’Autoritratto, 1929, è stato dipinto poco dopo che Bowen si era separata da Ford. Il volto di Bowen, dallo sguardo penetrante, è nell’ombra. Elegantemente vestita, con il suo camice da pittore legato al collo e i capelli pettinati all’indietro, si presenta come una donna di forte volontà, determinata a intraprendere una carriera professionale.

Il dolore e la solitudine di Bowen sono evidenti ne La sedia di Ford, 1928. La sedia vuota, gli alberi spogli, il cielo coperto e la tavolozza marrone accentuano la desolazione della scena.
Interior, Paris, 1931, è un’opera più gioiosa con una tavolozza più chiara, e cattura l’intimità della stanza con le due sedie posizionate vicino alla finestra.

Nel 1932, Bowen fu in America per dipingere ritratti per ricchi americani. Scoprì che dipingere ritratti di bambini era redditizio. Tornò a Parigi con fondi sufficienti per durare fino quasi alla fine dell’anno, ma l’anno dopo si rese conto che non poteva più permettersi di rimanere nella sua amata Francia e tornò a Londra. Per un periodo scrisse critiche d’arte per il News Chronicle, ma fu una lotta continua per arrivare a fine mese nonostante l’aiuto irregolare di Ford.
Nell’agosto del 1936 a Cagnes-sur-Mer nel sud della Francia visitò la sua amica Tusnelda. Il ritratto di Tusnelda mostra la donna con i capelli rossi che contrastano col verde della sciarpa e del vestito, e i lineamenti incorniciati dalla scena vista attraverso la finestra. L’interno di Tusnelda mostra lo studio rustico e colorato. Il suo lavoro più coinvolgente e pittorico completato durante questa idilliaca vacanza è Provençal conversation, dove gli alberi racchiudono il gruppo di quattro persone sedute attorno a un tavolo circolare e un effetto di luce diffusa crea un’atmosfera rilassata.


Julia fu chiamata in Francia dalla nuova compagna di Ford; riuscì a vedere il padre solo poche settimane prima che morisse il 26 giugno 1939.
Bowen dipinse Julia intorno al 1940. Utilizzò una posa informale raffigurante una giovane donna dal viso angelico e dalle guance rosee che distoglieva lo sguardo dall’osservatore. Gli abiti sono cupi, poiché è tempo di guerra.

Nel 1943 Bowen, allora quasi cinquantenne, fu nominata artista di guerra ufficiale dall’Australian War Memorial, per rappresentare le attività della Royal Australian Air Force, che, allora di stanza in Inghilterra, partecipava alle intense operazioni di bombardamento sulla Germania. Fu impiegata per venti mesi, e finì il suo lavoro nel 1946. La sua nomina fu sia un onore che un sollievo finanziario, poiché le fornì per un certo periodo un reddito fisso. Indossando un’uniforme femminile dell’esercito con il grado di capitano onorario, viaggiò presso gli stabilimenti militari in tutta l’Inghilterra.
Equipaggio del bombardiere, 1944 è uno dei dipinti più noti di Bowen, completato nel suo studio di Londra dopo che l’equipaggio era morto in un’operazione di bombardamento sulla Germania. L’artista utilizzò gli schizzi che aveva fatto e le fotografie ufficiali dell’equipaggio. Le sette figure, sovrapposte e dai volti angelici, hanno occhi vitrei, mentre il bombardiere nero Lancaster volteggia come un uccello rapace sopra le loro teste.
In Aviatori della RAAF presso l’unitá di riabilitazione medica di Mongewell Park, 1945, gli uomini, amputati o mutilati, si godono un pomeriggio di sport mentre aspettano il rimpatrio in Australia. In D-Day, 03:00, baracca degli interrogatori 1944-45, l’artista utilizzò un espediente teatrale, posizionando due figure in primo piano, che fissano silenziosamente il vuoto. Sul fondo gli aviatori scrivono i nomi degli equipaggi di ritorno, e poi di fronte a una grande mappa, i soldati vengono interrogati. In Prigioniero di guerra rimpatriato viene processato, 1945 Bowen utilizzò una composizione insolita.





I dipinti degli anni della guerra sono l’espressione finale di una pittrice matura e straordinaria, che ha mostrato tutte le capacità compositive, stilistiche e tecniche che aveva acquistato nella sua carriera. Durante i suoi venti mesi come artista di guerra, completò quarantasei dipinti e disegni.
Mentre Bowen dipingeva gli ex prigionieri di guerra e gli aviatori in attesa di tornare a casa, iniziò a fare i preparativi per il suo viaggio di ritorno. Non era tornata in Australia dall’inizio della prima guerra mondiale ed era ansiosa di rivedere la sua famiglia, in particolare suo fratello, che non stava bene. Le fu diagnosticato un cancro. I membri della sua famiglia si offrirono di pagarle il viaggio e lei progettò persino una mostra a casa, ma niente di tutto ciò si concretizzò perché la malattia avanzava. La sua ultima opera incompiuta è Fiori in un vaso norvegese verde, 1947. Suo nipote, Julian, nacque tre settimane prima della sua morte, il 30 ottobre 1947.
