accadde…oggi: nel 1906 nasce Gemma D’Amico Flugi

Pittrice italiana, Gemma d’Amico è nata a Catania in Sicilia. Diplomata all’Accademia di Belle Arti a Firenze, scuola di Felice Carena, si laurea in Lettere. Sposa il barone Raffaello Flugi d’Aspermont di antica famiglia svizzera, cugino del poeta francese Guillome Apollinaire. Viene annoverata tra i pittori della Scuola Romana. Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero, tra cui la XXV Biennale di Venezia e la VII Quadriennale di Roma.
Le sue opere sono presenti in importanti collezioni private, Fondazioni e Istituzioni. Inizialmente Gemma si dedica alla rappresentazione di nature morte e vasi di fiori, lavori esposti in mostre d’arte siciliane. Rimane incuriosita anche dai reperti archeologici, che spesso dipinge. Ma il suo stile artistico si definisce con Felice Carena e la Scuola Romana. Gemma, così, diviene ritrattista e giunge ad una conoscenza maggiore dell’interiorità umana.
Con la raffigurazione di volti emerge tutta la sensibilità della pittrice, volta a cogliere gli stati d’animo. Questi spesso risultano malinconici, per via delle difficoltà esistenziali; si scava quindi sul senso della vita.
Artista che attraversa più momenti culturali legati ad una figuratività profonda espressa negli ambienti catanesi, fiorentini e romani. Nei suoi esordi frequenta a Catania il pittore Antonio Villani, appena rientrato da Genova, legato al chiarismo impressionista che attira i giovani artisti locali i quali aspirano a svincolarsi dalla radicata tradizione ottocentesca per proiettarsi in una dimensione “moderna”. Contestualmente la D’Amico partecipa alle Mostre sindacali d’arte siciliane con “Nature morte” e “Vasi di fiori”e non raramente i suoi quadri accolgono maschere e frammenti archeologici, cari a certa poetica del tempo.
Poi a Firenze all’Accademia segue i corsi di Felice Carena, e nella stessa città frequenta Elio Romano, catanese, e Sebastiano Formica, calatino; successivamente si traferisce a Roma dove sposa il barone francese Flugì d’Aspermont, cugino del grande intellettuale Guillaume Apollinaire. Pertanto da questo momento Gemma D’Amico si inserisce nell’ambiente artistico della Capitale e soprattutto entra nell’orbita dagli artisti della Scuola Romana: Mafai, Melli , Ziveri e Janni principalmente. Tuttavia da Roma intrattiene un rapporto inteso con la sua città di origine in cui soggiorna nelle lunghe vacanze estive.
A Catania si annodano alcune sue prove ritrattistiche di notevole carica espressiva ed entrambe dipinte sotto l’ascendente della Scuola Romama: il “Ritratto di Giuseppe Villaroel” – poeta, giornalista e narratore –- olio su tela (Catania, Municipio) e il “Ritratto di Guido Libertini” – archeologo, docente universitario e poi preside per due tornate della facoltà di Lettere indi rettore dell’Università catanese – olio su tela (Catania, Museo civico di Castello Ursino). Sebbene non datati i ritratti sono ascrivibili agli anni a cavallo tra il ’30 e il ‘40, mentre quello di Villaroel, animato da un realismo scabro, si richiama a Mafai, quello del Libertini svela invece una postura più tradizionale e stesure pittoriche larghe (si veda, in particolare, il bel dettaglio del colletto bianco). Il “Ritratto di Francesco Contraffatto”, pittore e scenografo, datato 1954, (olio su tela; Catania, coll. Privata) assiduo della D’Amico, lascia intendere come il superamento della Scuola Romana approdi a forme sintetiche di una modernità davvero sorprendente.
Bibl.: A. T. Prete, “Gemma D’Amico 1906 – 1980”, Roma 1982; “Artedonna. Cento anni di arte femminile in Sicilia 1850 – 1950”, a cura di A. M. Ruta, Palermo 2012, pp. 209-215.