Maria Sibylla Merian, di Livia Capasso

Sulla figura di Maria Sibylla Merian, nonostante la sua comprovata rilevanza scientifica, è calata nel tempo una coltre di oblio, a riprova di come le donne, soprattutto le scienziate, siano state vittime di un fenomeno di cancellazione. Eppure i suoi contributi sono stati molto importanti per il rigore delle indagini, la chiarezza delle classificazioni, la tenacia con cui ha perseguito i suoi interessi, nonostante la concezione generale vedesse le donne come emotive e gli uomini razionali, nonostante i viaggi e le spedizioni venissero considerati pericolosi per una donna. Nel XIX secolo le donne furono escluse ufficialmente dalle pratiche scientifiche, e la memoria di molte viaggiatrici fu cancellata perché trasgredivano l’immagine allora attesa di una donna rispettabile. Solo nel XXI secolo i movimenti femministi hanno salvato tante di loro dall’oblio.

Merian è tra le artiste scelte per il ciclo “Le Grandi Assenti”: l’articolo che la riguarda è apparso su Vitamine vaganti del 20 maggio 2023.
Il suo percorso differisce dalla maggior parte delle altre donne naturaliste che normalmente erano mogli che accompagnavano le spedizioni dei mariti. Le sue spettacolari illustrazioni, essendo diverse dagli standard dell’epoca, furono oggetto di molte critiche e ridotte a illustrazioni artistiche. Per parecchi anni, infatti, è stata vista come un’artista piuttosto che come una scienziata quale era, poiché lei non era un’accademica, non aveva studiato all’università, conosceva poco il latino e sostanzialmente non aveva nessuna delle qualifiche richieste a chi professava un lavoro scientifico. Aveva avuto, però, accesso ai volumi di storia naturale perché era la figlia di un importante editore di libri, Matthäus Merian, che aveva sposato sua madre, la sua seconda moglie, nel 1646. Maria nacque a Francoforte sul Meno l’anno successivo, nona figlia di Matthäus, che morì pochi anni dopo. La madre si risposò con Jacob Marrel, pittore di fiori e nature morte, che impartì alla piccola Maria la prima formazione artistica.
Fin dall’infanzia Merian studiò gli insetti, principalmente farfalle e falene, e allevava bruchi. Per anni ha osservato e annotato sistematicamente il comportamento dei bruchi, disegnando ogni fase del loro sviluppo. All’età di tredici anni dipinse le sue prime immagini di insetti e piante da esemplari che aveva catturato.
A diciotto anni sposò il pittore Johann Andreas Graff, allievo del patrigno; due anni dopo si stabilirono a Norimberga, città natale del marito. Nel 1675 pubblicò il suo primo libro: Neues Blumenbuch (Nuovo libro di fiori); una seconda edizione, intitolata Florum fasciculi tres, uscì nel 1680 e comprendeva trentasei tavole di incisioni colorate di fiori, spesso con insetti, resi con una particolare cura di dettagli.


Non tutti i disegni provenivano da osservazione diretta; alcuni dei fiori sembrano essere basati su disegni del patrigno Jacob Marrel. I suoi fiori fornirono modelli per le giovani donne dell’epoca, nella cui educazione il ricamo era una parte essenziale. Nel 1679 pubblicò la prima edizione di Der Raupen Wunderbare Verwandelung, und sonderbare Blumennahrung (La meravigliosa trasformazione dei bruchi e delle loro abitudini alimentari), contenente cinquanta tavole di incisioni; in seguito pubblicò altre edizioni di questo libro.


Le tavole descrivevano dettagliatamente con immagini e didascalie il ciclo di vita da bruco a farfalla, dimostrando che ogni fase del cambiamento dipendeva dal numero di piante di cui l’insetto poteva nutrirsi. Merian notò che la dimensione delle loro larve aumentava se avevano abbastanza cibo, osservò i possibili effetti del clima sulla loro metamorfosi e sul loro numero. I suoi dettagliati disegni sono basati per lo più su insetti vivi nel loro ambiente naturale, e questo le consentiva di rappresentare accuratamente i colori, che erano andati perduti negli esemplari conservati. Ai suoi tempi gli insetti avevano ancora la reputazione di “bestie del diavolo” e il processo di metamorfosi era in gran parte sconosciuto; la convinzione contemporanea diffusa era che fossero “nati dal fango” per generazione spontanea. Merian documentò il contrario e descrisse i cicli di vita di 186 specie di insetti, ma il suo lavoro fu largamente ignorato dagli scienziati dell’epoca.
A Norimberga Merian continuò a dipingere e a creare disegni per il ricamo. Nel 1678 la famiglia si trasferì a Francoforte sul Meno; qualche anno dopo si separò dal marito e partì col fratellastro Matthäus e le figlie per il castello Waltha nei Paesi Bassi, per vivere in una comune protestante di labadisti. Rimasero lì per tre anni e Merian trovò il tempo per studiare storia naturale e latino, la lingua in cui venivano scritti i libri scientifici. Nelle brughiere della Frisia, osservò la nascita e lo sviluppo delle rane, e le raccolse per sezionarle.

– Maria Sibylla Merian
Merian abbandonò la comunità nel 1691, non condividendo la rigida condotta di vita imposta e la condivisione dei beni.
Tornò ad Amsterdam, dove ebbe l’opportunità di visitare l’Orto botanico e le collezioni private di piante e di insetti. Amsterdam era allora un centro importante per la scienza, l’arte e il commercio e Merian divenne una figura di spicco tra i botanici, gli scienziati e i collezionisti. Le navi mercantili riportavano conchiglie, piante e animali conservati mai visti prima, che fecero nascere in lei il desiderio di viaggiare.

Nel 1699, la città di Amsterdam le concesse il permesso di recarsi in Suriname in Sud America, insieme alla figlia minore Dorothea. Il 10 luglio, la cinquantaduenne Merian e sua figlia salparono. L’obiettivo della missione era trascorrere cinque anni per studiare nuove specie di insetti. La spedizione non aveva mecenati o sponsor, e Maria Sibilla vendette molti suoi dipinti per autofinanziarla. Madre e figlia lavorarono in Suriname per due anni, viaggiando per tutta la colonia e disegnando animali e piante locali. Registrarono i nomi locali delle piante, ne descrissero gli usi e scoprirono tutta una serie di animali e piante precedentemente sconosciuti.
Nel giugno 1701 una malattia, forse la malaria, la costrinse a tornare nella Repubblica olandese, dove aprì un negozio nel quale vendeva gli esemplari che aveva raccolto e le sue incisioni. Per quattro anni si dedicò alla scrittura di Metamorphosis Insectorum Surinamensium, che fu pubblicato nella sua prima edizione in olandese e latino nel 1705.

Il libro contiene illustrazioni di diverse piante, classificate come commestibili, medicinali, aromatiche, tossiche. Per le piante commestibili, criticò i coloni che si preoccupavano di coltivare solo canna da zucchero e accusò la loro mancanza di curiosità che sprecava il potenziale della fertile terra del Suriname dove diverse piante già conosciute, come la vite, potevano essere coltivate. Si concentrò sulle specie medicinali e tossiche, come l’olio dei semi di Ricinus communis o la Senna obtusifolia, che venivano applicate sulle ferite, o le piante abortive con le quali le donne schiave controllavano la loro riproduzione. In un brano Maria Sibylla Merian descrive l’uso tradizionale di Caesalpinia pulcherrima: «I semi vengono dati alle partorienti, perché accelerano il parto. Per questo motivo le donne indigene, duramente ridotte in schiavitù dagli olandesi, cercano questa pianta per abortire, affinché i loro figli non nascano schiavi e non debbano sopportare le stesse sofferenze delle loro madri». Osserva che il consumo di anguria ha numerosi benefici per la salute, come la riduzione delle malattie cardiache, un migliore controllo della pressione alta, un abbassamento del colesterolo LDL.


Nel corso dei secoli alcune specie classificate da Merian ricevettero, in onore della scienziata, l’epiteto di “Merianella”, in seguito abbandonato. A differenza della maggior parte dei naturalisti del XVII e XVIII secolo, Merian riconobbe l’aiuto degli schiavi, principalmente donne africane e indigene, nel riconoscimento delle specie e nell’acquisizione di conoscenze sul loro uso.
Nel 1715 Merian ebbe un ictus. Nonostante fosse parzialmente paralizzata, continuò il suo lavoro. Morì ad Amsterdam nel 1717. Dopo la sua morte il libro fu ristampato nel 1719, 1726 e 1730, in tedesco, olandese, latino e francese.
Merian è stata un modello e una guida che ha indicato a tante giovani donne la possibilità di avere successo, perseguendo le proprie passioni, ha mostrato che è possibile essere un’artista o una scienziata, senza essere inevitabilmente svalutate o socialmente escluse.

Il volto di Merian era impresso nei biglietti di banca di cinquecento Marchi della Repubblica Federale Tedesca, prima della conversione della Germania all’euro. Il suo ritratto è apparso anche su un francobollo tedesco, uscito il 17 settembre 1987, e molte scuole sono intitolate a lei. Nel 2005 in Germania è stata varata una nave da ricerca intitolata a Maria S. Merian. Il 2 aprile 2013 è stata onorata con un Doodle di Google in occasione del 366° anniversario della nascita.

Merian è stata la prima donna europea a partecipare autonomamente a una spedizione scientifica in Sud America. Nel XIX secolo altre donne seguirono le sue orme ed esplorarono il mondo naturale dell’Africa. Nel 2016, Metamorphosis Insectorum Surinamensium è stato ripubblicato con descrizioni scientifiche aggiornate e, nel marzo 2017, la Lloyd Library and Museum di Cincinnati, Ohio, ha ospitato “Off the Page”, una mostra che ha realizzato molte delle illustrazioni di Merian come sculture in 3D.