le cose rimaste, di Rorj Ingrassia, edizioni Leima 2025, recensione di Daniela Domenici

Superlativamente splendido questo libro di Rorj Ingrassia, psicologa-analista e scrittrice siciliana, che ho letto in un soffio e che mi ha regalato innumerevoli emozioni.
Cito dalla quarta di copertina “un romanzo intimo, potente, costellato di ferite e bellezza, che racconta cosa significhi prendersi cura di sé”: concordo pienamente con questa breve sinossi perché l’autrice è riuscita a caratterizzare, in modo magistrale, una donna, la protagonista, Roberta Maltese, che fa la psicoterapeuta a Palermo, che deve fare quotidianamente i conti con le sue fragilità, le assenze, i vuoti, le incertezze e dare voci ai suoi dolori; ci riuscirà grazie al confronto, non sempre sereno, con Stella e Angelina, due care amiche d’infanzia, con Flavio, l’anziano vicino, con Pietro, suo ex docente all’università e, soprattutto, ascoltando le storie di vita delle/i sue/oi pazienti: standing ovation!
Complimenti per lo stile perfetto, ricco e variegato, arricchito dall’inserimento di frasi in dialetto palermitano senza traduzione e per aver reso Palermo una splendida coprotagonista con le sue descrizioni dettagliate e piene di affetto: bravissima!
Concludo citando una frase dal libro che può rispecchiare molte di noi “sono una donna in cammino verso una meta che mi è sconosciuta”: grazie per averci fatto innamorare di Roberta!