“In assenza” al Teatro Lo Scantinato a Firenze

Non c’è bisogno né di grandi spazi né di scenografie faraoniche: quando hai un testo davvero valido e delle attrici straordinarie il TEATRO è fatto, può bastare un teatro di meno di cento posti in cui si sta tutti raccolti “intorno” alle attrici e la magia è nata.

Questo mio incipit per darvi una prima idea delle emozioni, della commozione, che ho notato condivisa sul volto di molte persone presenti, delle risate frequenti e sincere che ci ha regalato ieri, al Teatro Lo Scantinato in via San Domenico a Firenze, “In assenza – atti unici per donne singole” scritto e diretto da Andrea Bruni nel 2006, alla terza stagione di replica, con le musiche di Alessandro Luchi e interpretato da Alice Capozza, Elisa Missaggia, Lara Torriti e Alessia De Rosa.

Ognuna di loro, entrando nell’ordine in cui ve le ho appena elencate, ha interpretato un monologo, scritto appunto da Andrea Bruni, per raccontare un’assenza, che sia quella di un compagno nella prima storia, di una presenza vera e non virtuale nella seconda, di un marito diverso nella terza e di un padre nella quarta, tutte “alla ricerca di un cuore nascosto della speranza”, dando vita a donne, madri, figlie, nonne e intere famiglie.

Ognuna delle prime tre ci ha fatto ridere come da tempo non ci accadeva mentre alla quarta è toccato il ruolo di narratrice di una fiaba, dolorosa e bellissima, su Pagnotta e Ciuffo, due bambini che reagiscono con comportamenti diversi alla stessa assenza fondamentale nella loro vita.

Alice dà vita a una zitella ipocondriaca semplicemente straordinaria con momento anche di danza e con un finale delicato e triste ben connotato anche dalle luci rosse; così come Lara che interpreta una donna fiorentina che sta per partorire e che riesce a dare voce anche al marito siciliano e alla suocera, dieci e lode. Brava anche la più giovane del quartetto, Elisa, che interpreta una ragazza fiorentina in attesa di una chiamata sul cellulare che non arriva mai e che, nell’attesa, fa una divertentissima riflessione sui nomi maschili più “giusti”. E conclude, come anticipato, questa carrellata Alessia, formidabile narratrice di questa fiaba che dovrebbe, a mio personale parere, essere letta e studiata nelle scuole elementari e medie, che ha lasciato molti di noi con una lacrima nel cuore e anche negli occhi.

“In assenza” si conclude con l’abbraccio di perdono e accoglienza delle quattro sorelle tra di loro, un messaggio che è il valore aggiunto di questo spettacolo che speriamo verrà replicato presto per coloro che ancora non ne sono stati ammaliati.