“Look up America” al teatro Lumière di Firenze, recensione di Fausta Spazzacampagna
di Fausta Spazzacampagna
Un’altra perla si è unita venerdì 27 al piacevole e interessante palinsesto del Teatro Lumière. In scena “Look up America” interpretato da Ugo Dighero. La scena si svolge su un pezzo di marciapiede sotto le Twin Towers che un barbone divide con un manichino, Mr. Smith, il 10 settembre del 2001. Passano gli impiegati per andare a lavoro, persone che non hanno più la capacità di vedere e ascoltare. Era così anche lui – manager della Coca Cola interessato solo dal successo – fino al 7 agosto del 1974 quando, alzando la testa, aveva visto il funambolo francese Philippe Petit che per un’ora aveva camminato su un cavo teso tra le torri gemelle, un puntino nel cielo grigio, un’ora gratuita, per puro divertimento, forse per vincere la paura del vuoto. E’ come se questa scena lo facesse precipitare realmente dal filo, un’illuminazione che gli fa cambiare completamente vita. Diventa un barbone, senza nome, senza età, senza lavoro, con un cartone per letto e qualche bidone della spazzatura dove – quando è fortunato – trova qualcosa da mangiare. Eppure questo barbone ha trovato la verità della vita e la racconta a Mr. Smith – unico buon ascoltatore in un mondo dove tutti passano di fretta senza far attenzione a lui – e ad ogni uomo che voglia ascoltare… Attraverso lo splendido testo di Marco Melloni e una scenografia accattivante, in una serie di quadri, il barbone Dighero “racconta” il male dell’uomo, di una società che confeziona sogni in scatola, di una società distratta e frenetica, i difetti dell’uomo e le sue assurdità, a volte facendo sorridere, a volte suscitando la risata …… si ride, è vero, ma le sue parole arrivano nel profondo, obbligando comunque a riflettere.
Sulla scena Dighero non “interpreta” il barbone: “è” quel barbone, con la sua simpatia, con la sua ironia, è funambolo (il racconto mimato della traversata sul filo di Petit lascia senza fiato), è ballerino, il suo dire è così avvincente da far trattenere il fiato per non perdere una parola….. e gli applausi tanti e convinti di una platea affascinata. Bravo è dir poco per uno spettacolo sicuramente molto faticoso sia psicologicamente che fisicamente. Un grazie di cuore anche per la sua grande disponibilità, quando alla fine si è intrattenuto con quanti volevano ringraziarlo, farsi fare un autografo e soprattutto una foto con lui, nonostante abbia confessato di avere una tremenda tosse, anche se era praticamente impossibile accorgersene nelle mille sfaccettature della sua voce… Lo lasciamo andare a mangiare, con la speranza di rivederlo nella prossima stagione.
Pingback: Dedicato a Fausta – 28.01.2012 – 26.01.2013 | daniela e dintorni
Se ci ripenso! Come lo rivedrei volentieri! Uno spettacolo emozionante e coinvolgente…..non per nulla è stato votato come uno dei migliori della passata stagione al Lumière…..
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Sono senza parole…..non me lo sarei mai aspettato!
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io invece sì, sapevo che ne avevi tutte le capacità, Fausta, per questo ti ho chiesto di scrivere questa tua prima recensione ufficiale 🙂
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