Le Grand Cabaret a bordo al teatro Puccini, recensione di Daniela Domenici
Il termine italiano “teatro” proviene dal greco e significa “spettacolo” e anche “un insieme di differenti discipline che si uniscono e concretizzano nell’esecuzione di un evento spettacolare dal vivo” e mai come ieri ha avuto la sua più perfetta applicazione: ancora una volta Alessandro Riccio ha fatto TEATRO nella sua più pertinente e pregnante accezione col suo “Le grand cabaret a bordo” al teatro Puccini, ha creato SPETTACOLO insieme ai suoi formidabili colleghi.
E uno spettacolo nello spettacolo è stato, poi, vedere tanti bambini di tutte le età riempire i posti del teatro, non mi era mai accaduto prima e questo dà la misura tangibile di quanto si possa creare cultura anche attraverso il palcoscenico.
Ancora una volta Alessandro Riccio si è avvalso della collaborazione, che è ormai una perfetta affinità elettiva, un’empatia rara, del formidabile maestro Alberto Becucci, questa volta, oltre che fisarmonicista e pianista, anche in veste di direttore dello straordinario e autoironico complesso musicale Camillocromo composto da Jacopo Rugiadi al clarinetto, Giordano Geroni al sassofono e basso tuba, Francesco Masi a tromba e flicorno, Rodolfo Sarli al trombone e basso tuba e Gabriele Stoppa alla batteria; e del bravissimo mimo giocoliere, che s’improvvisa goffo presentatore, John Splendor (al secolo Salvatore Frasca).
Il cast tecnico è composto da Alessandro Meozzi per le luci e le scene, Daniela Ortolani per i costumi, Lorenzo Ridi responsabile di produzione e Monica Sperandio assistente alla produzione.
Alessandro Riccio con quell’abilità da trasformista che ormai è la sua cifra distintiva ha interpretato cinque personaggi diversi, dal comandante sempre un po’ alticcio di questa strampalata nave al mimo tedesco che si è stancato di fare sempre lo stesso numero, dal guru indiano domatore di uno scimmione in gabbia che alla fine ribalta i ruoli alla tremenda e simpaticissima nonna siciliana del presentatore fino all’ultimo ruolo, quello in cui la bravura di Alessandro trova, secondo il mio personalissimo parere, la sua massima espressione, la cantante Liliane che interpreta, con una voce straordinaria a cui ormai ci ha abituati da tempo, piccoli estratti di decine di canzoni di Mina: da standing ovation.

Alessandro è una gran bestia di palcoscenico e fa un gran piacere seguirlo nei suoi spettacoli.
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proprio così, fenomenale!!!!
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